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"passo la vita fuggendo dalla mia ignoranza"
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martedì 25 ottobre 2011

Il banchetto tra amici

A Reggio Calabria, ai tempi della mia fanciullezza la raccolta dei rifiuti era di una semplicità estrema. O almeno così appariva ai miei occhi: c’era il netturbino che girava per il quartiere e prelevava i sacchi direttamente dalle abitazioni, anche ai piani superiori; aveva un sacco enorme di tela impermeabile robustissima, se lo caricava sulle spalle e saliva le scale fino al terzo piano dove abitavo io, bussava alla porta e mia madre gli consegnava i sacchetti che lui riponeva all’interno del suo enorme sacco. Sceso in strada scaricava il sacco nei secchi della sua bicicletta a tre ruote e proseguiva il giro fino al completamento del carico. Era sempre lo stesso, e veniva tutti i giorni esclusa la domenica; ne ricordo il viso come fosse adesso, aveva due grossi baffi neri, capelli impomatati pettinati all’indietro ed occhi nerissimi. Per me bambino la cosa finiva lì; dove andasse a finire la spazzatura successivamente non era cosa che mi interessasse. Ma nella mia memoria di bambino non ci sono cumuli di spazzatura per le strade. Successivamente la città sprofondò in un buio profondo, preda di pescecani che fecero fortuna sulle sue spoglie (...tutto questo mi ricorda qualcosa...mah!). Tra le tante cose che non andavano c’era appunto la raccolta dei rifiuti: l’amministrazione comunale era praticamente latitante. Il netturbino “di quartiere” era una figura ormai svanita, rimanevano solo quelli che spazzavano le strade, ammassare rifiuti a cumuli per strada era la normale (!) prassi, e la gente cercava di trovare il posto più adatto o, per meglio dire, meno inadatto. Considerato che la raccolta avveniva saltuariamente a sorpresa, è facile immaginare qual’era la situazione igenico-sanitaria. C’è un viale della città, il viale Aldo Moro, dotato di aiuole spartitraffico tra le due corsie dove la spazzatura veniva ammucchiata proprio nelle aiuole, al centro della sede stradale. Ricordo che in occasione della visita in città del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, poiché il viale era compreso nel percorso presidenziale, l’amministrazione comunale di allora anziché prevedere un intervento straordinario di raccolta  non trovò di meglio da fare che prelevare la spazzatura dalle aiuole e...ammassarla in fondo alle traverse laterali; in qualche caso i cumuli arrivavano all’altezza dei balconi dei primi piani. Nella via dove abitavo a quei tempi la spazzatura  veniva raccolta in fondo alla strada, che terminava con un alto muro, antico argine del torrente Calopinace che scorreva dal lato opposto. Ricordo che ogni sera, quando tornavo a casa (abitavo ancora nella casa paterna) con i fari della mia auto puntavo il fondo della strada e puntualmente causavo il fuggi fuggi generale di topi e gatti che banchettavano pacificamente insieme. Andò così per anni. Un giorno, tra le tante iniziative di spesa finalizzate a rimpinguare le tasche personali dei vari pescecani, l’amministrazione comunale acquistò una fornitura di contenitori per sacchi di spazzatura da istallare in strada. Erano praticamente dei grossi cestini metallici fatti di rete con coperchio, al cui interno venivano messi dei sacchi di plastica. Una mattina giunse un camion del comune e scaricò i cestini anche nella strada dove abitavo io, posizionandoli esattamente al posto del solito cumulo di spazzatura, in fondo alla strada. E i cittadini, seppur scettici, aderirono all’iniziativa diligentemente: al termine della giornata i cestini erano pieni e non c’era neanche un sacchetto di spazzatura abbandonato in strada. Quella sera tornai tardi a casa, a notte fonda; avevo dimenticato la novità, e quando come al solito i fari della mia auto puntarono il muro, restai stupito. Rammentai subito i cestini, ma mi resi conto che oltre all’ordine inconsueto che vedevo c’era qualcos’altro che non andava. Scesi dall’auto e  capii: per terra c’erano diversi topi sbranati dai gatti. Si erano dati appuntamento per banchettare come di consuetudine ma stavolta mancava la materia prima, il cibo; i cestini erano impenetrabili. E come è normale anche se crudele quando c’è carestia, il più debole era diventato cibo del più forte. Per qualche giorno la raccolta funzionò, ma ben presto non venne nessuno a prelevare i sacchi pieni ed a sostituirli, e la cittadinanza, suo malgrado, iniziò a riporre i sacchetti ai piedi dei cestini. I gatti impararono a entrare dentro i cestini che stracolmi rimanevano aperti, e dopo un po’ tornarono anche i topi. E così riprese il banchetto tra amici: i gatti e i topi insieme tra l’immondizia, ed i pescecani a casa loro alla faccia dei reggini....e la storia continua....

mercoledì 19 ottobre 2011

Il modello Reggio affonda e i topi abbandonano la barca


È ormai assodato che i conti del comune di Reggio Calabria sono non “in rosso”, ma praticamente allo sfascio totale; la notizia della relazione degli Ispettori del Ministero delle Finanze mette il punto esclamativo finale ad una parola che da mesi si sente ripetere in città, puntualmente smentita con enfasi dai sostenitori dell’attuale governatore della Calabria ed ex sindaco di Reggio nel periodo  interessato allo sfascio; la parola è DISSESTO! Il sindaco Arena, in un comunicato stampa allucinante cerca di arrampicarsi sugli specchi per mantenere un minimo di dignità istituzionale, e riesce ad ottenere l’effetto contrario quando asserisce che i rilievi fatti dagli ispettori... ”non aggiungono alcun nuovo elemento rispetto a quanto già accertato autonomamente da questa Amministrazione sin dall’inizio della legislatura nell’ambito di una scrupolosa  attività di ricognizione finalizzata alla programmazione”. Ammettendo quindi di essere da sempre (dall’inizio del suo mandato) al corrente di tutto e di avere, ciò nonostante, continuato a gettare fumo negli occhi alla cittadinanza proseguendo nell’enfatizzazione del cosiddetto modello Reggio e lodando (fino ad oggi) l’operato di chi è riuscito nel corso del suo mandato a maturare le motivazioni per ottenere al primo controllo serio ben 22 rilievi per irregolarità gravi. Complimenti al sindaco Arena, e complimenti a tutti i consiglieri ed assessori dell’attuale amministrazione e di quelle precedenti targate Scopelliti, che non hanno mai perso un secondo per sfornare comunicati stampa a raffica di solidarietà o di lode al loro leader Peppe Scopelliti ed al modello Reggio, decantandone le presunte qualità. Ma tutti questi signori, tanto proliferi di lodi e consenso, nonchè di solidarietà verso chi di loro veniva “attaccato” politicamente, che fine hanno fatto?  Com’è possibile che dopo quasi 48 ore dalla madre di tutte le notizie, quella che più di tutte colpisce a fondo e probabilmente mortalmente tutto l’apparato Scopelliti, nessuno di loro ha scritto una riga che sia una per affermare la propria posizione? Non pensino questi signori, che sono andati in televisione a sostenere il modello Reggio, che hanno negato l’evidenza oltre ogni limite ragionevole fino all’ultimo minuto, di defilarsi adesso come che non sia successo niente. Non pensino neanche lontanamente di scomparire dalla scena per poi ricomparire, magari con un’altra divisa, come se quanto accade non sia di loro competenza. Tutti gli attori, principali, caratteristi e comparse del modello Reggio si sono ormai schierati definitivamente ed irreversibilmente e questa Città non permetterà a nessuno di loro di cambiare casacca politica in questo momento, nè mai. Il danno fatto è troppo grande, chi ha operato nell’apparato che ha gestito il comune di Reggio Calabria nell’era Scopelliti, se non subirà le attenzioni dell’Autorità Giudiziaria, potrà solo scegliere se passare per sprovveduto o per cialtrone. E questa Città non può più essere amministrata da sprovveduti, o da cialtroni, e men che meno da delinquenti.

mercoledì 12 ottobre 2011

Cola Pisci e il ponte sullo Stretto


Su seculi chi tegnu ‘mpuntellata
‘a punta d’a Trinacria lesionata
ora sintia chi supra d’i me spalli
vonnu mentiri n’atru sciaraballu.

Ferru e cimentu vonnu carricari
pi fari u ponti dilli meravigghi,
ma, si lu Patreternu fici ‘u mari
‘u fici p’a furtuna d’i so figghi.

Campastuvu mill’anni cu stu mari,
i megghiu genti viristuvu passari,
i so’ billizzi furunu cantati
d’i megghiu artisti p’i populi luntani.

Ora rrivaru sti barbari d’u nord
mi rruvinunu tuttu stu splendori
e ccuminciaru gia mi fannu danni
puru pirchì vui criditi ‘e loru storii.

Pozzu ‘ccettari, jeu chi nd’aiu curaggiu,
ch’i me paesani lassunu a sta genti
mi faci scempiu di sta bella  terra,
m’a fannu ddiventari cosa i nenti?

Vi vogghiu diri a tutti, amici mei,
chi jeu staiu cca pirchì ndi vali a pena,
mi cundannai a sta brutta vita p’a me terra
pi chistu Strittu d’i centu bellizzi.

Facitulu ‘nu sforzu puru vui,
iasati forti a vuci e proclamati
c’u Strittu è bellu assai di sta manera
cu navi, custardeddi e piscispati!

Mandamu p’a so casa i foresteri,
nta nostra terra decidimu nui!
facimulu stu scempiu mi finisci
sentiti a mia, vu dici Cola Pisci!

venerdì 7 ottobre 2011

Reggio, Arcigay: il Pdl si uniforma alla linea omofoba nazionale

Con la delibera n.311 del 4 ottobre pubblicata da oggi sul sito istituzionale della Provincia di Reggio Calabria, la Giunta guidata da Giuseppe Raffa ha annullato un precedente delibera (224) della Giunta Morabito che deliberava la nascita dell' “osservatorio per l'analisi dei fenomeni di discriminazione e violenza omofobici”. La delibera in questione era stata un'importante conquista dell'Arcigay reggina, che in sintonia con la Giunta provinciale di centrosinistra, istituiva un osservatorio innovativo in tutto il sud Italia, che aveva l'obiettivo di analizzare gli episodi di omofobia e soprattutto prevenirli attraverso attività di consulenza e formazione.
L'attuale Giunta di centrodestra ha ritenuto di annullare l'atto nel totale silenzio, senza aver ritenuto opportuno contattare la nostra associazione, che avrebbe avuto il compito di coordinare l'osservatorio, per comunicare i motivi di tale scelta o cercare altre soluzioni.
La maggioranza di centrodestra in Parlamento ha bocciato il testo di legge contro l'omofobia proposto dall'Onorevole Concia del Pd ritenendolo incostituzionale: il centrodestra reggino si uniforma alla linea omofoba e la supera, perché non decide in questo caso di negare la nascita di un nuovo progetto ma addirittura ritiene di annullare un progetto già avviato. Questo non adrà certo a scapito della nostra associazione (che continuerà come già fatto a dare assistenza e informazioni a chiunque ne avesse bisogno, a fornire sostegno legale e medico attraverso professionisti che mettono a disposizione gratuitamente la loro competenza, a fare formazione attraverso singoli accordi con le scuole per parlare assieme a professori e studenti di omofobia) ma danneggerà tutta la popolazione lgbt, le tante giovanissime vittime di discriminazione, violenza ed esclusione.
Come Arcigay riteniamo doveroso dare rilevanza a questa scelta omofoba dell'amministrazione guidata da Giuseppe Raffa, che avrà sulla coscienza tutti gli episodi di omofobia della Provincia reggina che avrebbero potuto essere preventivamente evitati, e tutte le vittime che non troveranno nessuna amministrazione pubblica al loro fianco ma “solo” la dedizione e l'impegno di volontari della nostra e di altre associazioni.
Un'ennesima conferma della politica del centrodestra reggino, mai presente a nessuna delle iniziative realizzate dall'Arcigay “I Due Mari” in questi quasi due anni, mai in piazza a difendere i diritti della popolazione lgbt: l'unica risposta è stata la pubblicazione attraverso i media di comunicati stampa di buoni intenti e che restano solo sulla carta, pur essendo il centrodestra alla guida di Regione, Provincia e Comune.
“I Due Mari”, comitato Provinciale Arcigay di Reggio Calabria 
Il Presidente,  Andrea Misiano

mercoledì 5 ottobre 2011

Lo scambio dei ruoli

Nella politica calabrese da tempo è in uso una tecnica ormai collaudata che permette ai personaggi, protagonisti di quella che definire farsa/tragedia è riduttivo, di rimanere a galla nella m...elma che essi stessi generano giornalmente a danno dei cittadini. L'ultimo esempio è dato dalla situazione dell'ATAM di Reggio Calabria, ma andiamo con ordine. Il caso emblematico è quello del Comune di Reggio Calabria. Se allo scoppio del caso Fallara Scopelliti fosse stato ancora in carica avrebbe avuto serie difficoltà a non dimettersi; ma era già scappato alla regione, con la complicità involontaria dei suoi elettori che non ci hanno capito una beneamata...; e voi vorreste che per un problema al comune di Reggio si apra una crisi alla Regione? Certo che no! Nel contempo, il sindaco in carica in quel momento che era Raffa, che colpa aveva di quello che dipendeva da fatti avvenuti quando il sindaco era un altro?  Anche lui non si è dimesso da sindaco. Giunto Arena, ha dovuto ammettere che la situazione è quello che è, ma che colpa ne ha lui, che è arrivato ora? E Raffa, che quando è stato sindaco facente funzioni ha fatto danni seri a detta di Arena stesso, non è pensabile  che adesso apra una crisi alla provincia dimettendosi. Riepilogando: Scopelliti ha responsabilità innegabili nella pessima  gestione del comune di Reggio Calabria, ma quando è il momento che ne risponda politicamente ricopre un'altra carica e quindi sfugge alla resa dei conti. Stessa cosa Raffa. Arena pur con una campagna elettorale all'insegna del "continuiamo insieme", rifugge responsabilità essendo appena arrivato e le scarica sul suo predecessore, Raffa. E ora veniamo al caso ATAM, che sembra avere un buco di bilancio di milioni di euro imputabili al piano aziendale 2008. Ma chi era l'amministratore a quei tempi: l'attuale sindaco Arena. Se adesso fosse ancora all'ATAM dovrebbe risponderne, ma non c'è! E chi c'è adesso che colpa ne ha, se è arrivato adesso? In definitiva, fanno danni e scappano dieci minuti prima che i danni vengano scoperti, come bambini, ma con l'aggravante che i bambini si vanno a nascondere, mentre loro si vanno a trovare un altro posto al sole dove continuare a farne altri. Si spostano da un posto di potere all'altro con una sincronia tale che ormai è  possibile prevedere in quale ente scoppierà la prossima crisi economica. Basta andare a vedere quale sarà il prossimo amministratore che cambia poltrona.

sabato 1 ottobre 2011

Portatori sani di coerenza, o ignoranti conclamati?


"Purtroppo la coerenza non la si compra, ne la si può prendere in noleggio: è una virtù naturale di cui fortunatamente noi siamo portatori sani"
Il portatore sano è un individuo contaminato da un agente patogeno o portatore di una malattia genetica recessiva, ma di cui non manifesta i sintomi.
Quindi, a detta del signor Germanò, che parla a nome del Coordinamento PdL Grande Città Reggio Calabria, lui ed i suoi "compagni" (mi scuso con loro per il termine per lui improprio) di partito hanno in se il virus della coerenza, ma non lo manifestano. Praticamente come tutte le persone incoerenti del mondo: potrebbero essere coerenti, ma non lo sono. E potrebbero trasmettere il virus della coerenza ad altri che rimangono nauseati dal loro comportamento? Ottima...metafora? (o il termine metafora è improprio?).
Le gaffe nei comunicati stampa sono di moda, attualmente non si parla d'altro che del tunnel immaginario del ministro Gelmini. Ma c'è una sottile differenza tra le gaffe commesse nel parlare di cose che in realtà non si conoscono, e quelle commesse nell'utilizzare termini altisonanti per dare più enfasi al discorso. La lingua italiana  è per questo aspetto unica, permette di esprimere lo stesso concetto in decine di modi, dal più complesso al più semplice, e pertanto non ci sono giustificazioni, soprattutto per un esponente politico che dovrebbe dimostrare attenzione in quello che fa; il signor Germanò, nel dubbio (ma non aveva dubbi, evidentemente) con una semplice ricerca sul web avrebbe scoperto che il termine che stava per usare esprime un concetto esattamente opposto a quello che lui intendeva esporre. Adesso i casi sono due: o, visto che parlava a nome del Coordinamento PdL Grande Città Reggio Calabria, segue l'esempio del portavoce della Gelmini e si dimette da....ma che incarico politico riveste? Oppure......adesso il dubbio sorge in me: forse voleva dire esattamente quello che ha scritto?