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martedì 29 ottobre 2019

L'informazione a Reggio tra bombe e terremoti.

Se a Piazza Carmine iettaru nu piritu, a San Sperato spararu 'na bumba. Stamattina mi è venuto in mente questo vecchio detto che usavamo ironicamente nel mio gruppo di amici per rimarcare qualche particolare notizia trasmessa oralmente da un quartiere all'altro della città, poiché accadeva spesso che la dimensione dell'accaduto, nel passare di bocca in bocca, aumentasse in maniera esagerata. Ecco, oggi è accaduto qualcosa di analogo, ma molto più in grande. A Messina spararu 'na bumba, a Rriggiu ci fu 'u terremotu. Un ordigno bellico fatto esplodere in mare senza preavviso alla popolazione ha causato panico a Reggio e Messina. Solo che in questo caso a trasmettere la notizia non è stata la voce del popolo, che come si sa è fantasiosa e birichina, bensì la natura, l'aria e l'acqua che hanno fatto semplicemente quello che fanno sempre e particolarmente bene nello Stretto, trasmettere suoni e vibrazioni anche a grandi distanze spesso amplificandole. 
Perché è stato possibile che accadesse? Altrettanto semplicemente perché come al solito qualcuno non ha svolto la funzione a cui è delegato istituzionalmente o che si è unilateralmente attribuito. 
Tutte e due le cose, in realtà. Sembra che dall'altro lato dello Stretto nessuno abbia pensato di avvertire i dirimpettai (ma neanche i propri concittadini, se può consolare) dell'imminente esplosione pilotata degli ordigni bellici; o almeno questo è ciò che si lamenta in giro. 
Ma in questa società, in cui chiunque sia in possesso di un tesserino rilasciato dall'ordine dei giornalisti può aprire un giornale online e mettersi a scopiazzare il lavoro degli altri spacciandolo per informazione, questo non dovrebbe accadere. Un giorno, assistendo ad un evento culturale a cui partecipava come ospite un bravo giornalista reggino, mi infastidì sentirgli affermare dal palco che a Reggio "i veri giornalisti sono pochi, al massimo una decina, tutti gli altri... fravagghia". La ritenni una affermazione arrogante e presuntuosa. Sbagliavo. In realtà, a Reggio, di giornalisti che vanno a cercare la notizia ne sono rimasti due o tre, gli altri sono  emigrati e li vediamo in televisione o li leggiamo sui grandi quotidiani perché qua davano fastidio e/o non trovavano lo sbocco meritato.  I molti, quelli che restano qui, aspettano che la notizia venga loro servita su un piatto d'argento. Il comunicato e la conferenza stampa sono diventati il loro pane quotidiano, per cui se il comunicato non arriva o la conferenza non viene convocata, ecco che  la notizia non c'è, salvo poi magari "esploda" fragorosamente. 
Faccio un esempio su una materia che purtroppo conosco bene essendo, lo confesso, vittima dell'accaduto. La commissione medica locale di idoneità alla guida di Reggio Calabria non si riunisce ormai da tempo a causa della messa in quiescenza del presidente, con la conseguenza che tutti i patentati sottoposti per vari motivi (di salute o altri vincoli particolari) a controllo periodico dell'idoneità alla guida non possono, alla scadenza, rinnovare la patente di guida. Sembra che al momento ci siano in città diverse centinaia di cittadini privati di un sacrosanto diritto dall'inefficienza di un apparato sostenuto dalle tasse che pagano essi stessi, probabilmente dall'inettitudine di qualche funzionario e forse dalla malafede di qualche politico. 
Il nuovo presidente della commissione dovrebbe essere designato dal Governatore della Regione e questo dovrebbe essere, soprattutto perché in periodo pre elettorale, quanto meno stimolo per un approfondimento da parte di qualcuno che abbia i mezzi per indagare. 
Suppongo che l'autorità giudiziaria stia già indagando, se non altro perché immagino che tra le vittime di questo vergognoso disservizio ci possa essere qualche magistrato o qualche politico di "spessore", magari antagonista di quelli che dovrebbero agire per sanare la cosa. 
Per il resto, l'azione degli organi d'informazione locali si è limitata alla pubblicazione di due comunicati stampa emessi da una associazione di consumatori e un altro (sempre comunicato stampa) di un politico locale perché, si sa, schierarsi con quattro righe non costa niente e può portare consensi. Non una parola aggiunta ai testi precompilati, non una telefonata agli uffici preposti, non un resoconto autonomo sulla situazione da parte di nessun giornale o sedicente tale. Questo è un esempio classico dell'andazzo standard dell'informazione nella nostra città, con l'eccezione di pochi/poche che danno l'anima sputando sangue, ma che da soli ben poco possono fare se non approfondire le loro specifiche materie. Tornando all'esplosione di oggi, quindi, che pretendevate: che qualche testata giornalistica copia/incolla potesse immaginare che magari sul sito della Capitaneria di Porto di Messina ci fosse un'ordinanza in merito? Mi sembra troppo, e lo dico sinceramente. 
Tutti assolti e indietreggiamo.