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"passo la vita fuggendo dalla mia ignoranza"
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domenica 26 luglio 2020

‘U re non faci corna











25 luglio 2020, presentazione delle liste che appoggiano il sindaco uscente Giuseppe Falcomatà: dalle foto che circolano immagino di non aver capito niente delle norme anti-Covid vigenti. Gli abbracci sono permessi anche tra non conviventi, la distanza di sicurezza non esiste, le mascherine sono solo un optional, e comunque si possono tenere sul mento... Oppure più semplicemente... “ ‘u re non faci corna “. Le leggi si rispettano sempre e ancora di più dovrebbe farlo chi pretende di guidare una comunità. Sia il sindaco ricandidato che buona parte dei presenti non danno un bell’esempio, in queste immagini e mi aspetto che le Autorità preposte prendano, coerentemente con quanto già fatto in casi analoghi, i dovuti provvedimenti. Mi sembra di avere letto che a Scilla sia stato sanzionato un ristorante e anche alcuni clienti, per foto del genere. Oltre che di rispetto delle leggi si tratta di rispetto verso i cittadini.

venerdì 19 giugno 2020

Lavori sul viale Europa. Egregio Sindaco, conosce la differenza tra pazienza e sopportazione?


Dopo un anno dall’inizio dei lavori, una parte del viale Europa è finalmente presentabile e il Sindaco lo annuncia con un post rilanciato dalle testate web locali. 

“Portando pazienza”, scritto tra virgolette rende abbastanza bene l’idea. Perché vede, egregio Sindaco, in realtà la frase senza virgolette forse (e dico forse) si può adattare ai cittadini che per un intero anno hanno transitato occasionalmente dal viale Europa, ma non riguarda certamente chi, come il sottoscritto, lo percorre giornalmente più volte, per uscire e rientrare a casa propria; né, tanto meno riguarda i titolari e gli operatori delle varie attività commerciali che insistono sul viale. Per me non si è trattato di pazienza, ma di sopportazione. E che altro potevo fare? Cos’altro potevamo fare, noi residenti, se non percorrere disgustati le due corsie transennate, cercando di schivare le fosse (crateri, in verità) che hanno caratterizzato il manto stradale per tutto il periodo di attività del cantiere? In una città dove le rivendicazioni dei cittadini sono sistematicamente ignorate dai preposti e stigmatizzate dalla folta platea di clacchisti (boccaloni in buona fede o prezzolati in mala fede che siano) del politico di turno, passa la voglia di protestare e spesso subentra l'apatia. Mi duole dirlo proprio adesso, perché quest’anno ricorre il cinquantenario dei Moti di Reggio, uno degli eventi più importanti e significativi della storia di questa città, forse il più importante della storia moderna ed allo stesso tempo il più ignorato. E sottovalutato. La gente è stanca, Sindaco. Delle fosse, della spazzatura, delle tasse esose, dei servizi mal funzionanti. Paradossalmente, la gente è stanca della bellezza del centro storico che rende l’abbandono dei quartieri periferici ancora più evidente. È stanca dei proclami entusiasti che l’amministrazione senza alcun pudore non perde occasione di emettere appena se ne presenta la più piccola occasione. Il caso del viale Europa è emblematico. Un anno di disagi e lei, appena può, sbandiera un finto successo, dando la colpa del ritardo, nell’ordine: all’appalto nato male, a non meglio precisati problemi e per finire al COVID. Ma l’appalto chi lo ha indetto, chi lo ha gestito? I problemi quali sono e soprattutto chi se ne doveva occupare? Il COVID "c’entra perché ce cape”, come si dice a Roma, nel senso che se tutto fosse stato fatto nei termini non avrebbe influito. Non so se se ne rende conto, ma lei dice, Sindaco: scusate per il ritardo che non è colpa mia ma mi prendo il merito della realizzazione dei lavori. Non funziona così, a senso unico. Non dovrebbe. E per finire, ringrazia i cittadini “per la pazienza”. Mi scusi, ma a me sembra una presa in giro. E diciamola tutta, visto che ci siamo: i lavori terminati riguardano circa metà del viale, la parte sud è ancora transennata e in pessimo stato, come si può vedere dalla foto sotto. Stendo un velo pietoso sul cumulo di spazzatura che invade la carreggiata destra. È lì da almeno una decina di giorni.
Viale Europa lato sud



Certo, non si tratta di novità. Tutto ciò che non va adesso non andava neanche prima con la precedente amministrazione, si tratta di una malattia plurisintomatica cronica per questa città. 
Il fatto è che la sua amministrazione si era proposta come cura alla malattia, per cui qualche cambiamento, mi scusi ma ce lo aspettavamo. L’unica cosa sostanziale che è cambiata, in peggio, sono le tasse, a fronte di un peggioramento dei servizi. Mi perdoni se ho divagato.
In conclusione, i lavori sul viale Europa non sono per niente terminati e disagi continuano, sia per i residenti che per i commercianti. La “pazienza” e la sopportazione dei cittadini rimangono. Per adesso.













martedì 28 aprile 2020

Pandemia e libertà

Mi è stato chiesto (in privato, su una chat) di spiegare come la penso sui provvedimenti presi dal governo per fronteggiare la crisi sanitaria in atto. La condizione di dovere rispondere per iscritto mi ha permesso di mettere in ordine le mie idee sull’argomento (poche e abbastanza confuse).
Virus e pandemia: la discussione sull’argomento non mi appassiona, com’è ormai per quasi tutte le discussioni che abbracciano l’interesse generale; troppi esperti in giro, titolati o presunti tali, io non posso discutere di ciò che non conosco. La discussione, dico; l’argomento invece m’interessa assai. Per potermi spiegare bene devo fare una premessa, che forse riterrete noiosa, ma per me è necessaria. 
Io ho 58 anni di età, per ben 31 di essi ho svolto il mestiere di macchinista dei treni; in prima fila, responsabile ogni giorno di centinaia di persone che, senza conoscermi, mi hanno affidato la loro sicurezza, il loro tempo, volendo essere romantici anche il loro destino. 
Poi un malore inaspettato mi ha relegato in ufficio, togliendomi la possibilità di fare ciò che mi è sempre piaciuto: partecipare attivamente. 
Adesso, in questo brutto momento, sono l’unico della mia famiglia che vegeta aspettando che tutto finisca. Mia moglie è infermiera, mio figlio è OSS, mia figlia è volontaria e svolge servizio civile tutti i giorni, anche adesso. 
Io no. Io non posso più neanche donare il sangue, non mi è permesso. 
Sono amareggiato, perché non posso partecipare fisicamente alla lotta contro questo nemico infido e pericolosissimo. 
Sono un soggetto a rischio a causa della mia patologia. La mia possibilità di partecipare attivamente è ridotta al rispetto delle norme, dichiarate e/o intuite personalmente, che servono a me per evitare di contrarre la malattia, per interesse personale ma anche per evitare di diventare veicolo di contagio per altri. 
Non sono terrorizzato,  sono consapevole: non ho il diritto di espormi al naturale corso della vita per come è adesso, perché non sono solo, abito in una città, ho una famiglia. Devo dare conto delle mie azioni alla società. Certo, le limitazioni hanno un costo per tutti, capisco bene che c’è chi se non lavora non mangia e penso che la società, nelle sue variegate forme di rappresentanza, debba farsi carico delle necessità di queste persone (ma dovrebbe farlo sempre, non solo durante una pandemia). 
Non sono esperto di virus e pandemie, ci capisco poco o niente, quindi mi devo affidare a chi sa come fare, come facevano con me i viaggiatori dei miei treni. 
Sono però esperto praticante, permettetemi, di comportamento civico e ho una idea personalissima sul significato di democrazia. Per come sono percepiti in genere, i concetti di democrazia e libertà molto spesso non vanno d’accordo, questo non lo dice mai nessuno. 
Non si può essere liberi a costo della libertà di altri. Non si possono reclamare presunti diritti individuali a discapito di quelli di altri individui. E per tutto, diritti e libertà, c'è una scala d'importanza con al primo posto la vita umana e la salute.
Ecco come la penso ma, scusatemi, come dicevo la discussione non mi appassiona, alla mia età sono giunto a una conclusione: l’uomo tiene presente una piccolissima parte delle sue esperienze ma non ne fa tesoro, al massimo appunto le discute e poi, sventolando un malinteso concetto di libertà che va per la maggiore da millenni, fa come gli pare.