(da lettere a Strill)
Egregio direttore, ho appena finito di leggere (anzi di rileggere per la terza volta) la nota dell’assessore all’ambiente del comune di Reggio Calabria Tilde Minasi relativa all’azione provocatoria di Gianni Ippoliti all’Aeroporto dello Stretto, e non riuscendo nonostante tutta la mia buona volontà a trovare significati diversi da quello che appare, esprimo tutta la mia indignazione per la supponenza con cui la dottoressa Minasi affronta l’argomento. “Senza voler aprire alcuna polemica”, dice l’assessore, scaricando la colpa della vergogna nazionale a cui è stata esposta per l’ennesima volta la nostra città sulla SOGAS e sui cittadini, con un passaggio “soft” su chi è preposto alla cura e alla manutenzione degli spazi pubblici. Abbiamo così scoperto che, secondo la sua stessa tesi, la dottoressa Minasi è doppiamente responsabile della brutta figura fatta: una volta in veste di responsabile preposto ed un’altra volta in veste di cittadina, visto che ha inteso inserire nel calderone tutta la cittadinanza compresa quindi anche lei (e saprà certamente di cosa parla, quando parla per se). Mettendo da parte l’ironia, l’umiltà non è una virtù che ha mai contraddistinto gli esponenti della coalizione di cui fa parte l’assessore Minasi, se è vero come è vero che tutti insieme continuano da anni a sostenere che a Reggio va tutto bene e che i problemi sono “affrontati” puntualmente (dicono proprio così, affrontati; chissà quando mai ce ne sarà uno “risolto definitivamente”, anziché “affrontato”). Vorrei ricordare alla dottoressa Minasi che la città non le ha conferito la nomina di moralizzatrice pubblica, bensì quella di amministratore; che proprio in qualità di amministratore non le è consentito esprimere opinioni generiche e gratuite sull’intera cittadinanza, e che caso mai è lei ad essere sottoposta al giudizio dei cittadini per il suo operato. Oltre che avere il compito di mantenere pulita ed in ordine la nostra città, l’amministrazione comunale ha i mezzi legali per prevenire ed eventualmente sanzionare le infrazioni a cui la dottoressa Minasi si riferisce, individuando i singoli o anche le aziende che le commettono (che purtroppo esistono, non c’è dubbio), e se non lo fa è inadempiente ai suoi doveri verso la città e verso i cittadini che si comportano civilmente, che sono la maggioranza e che pretendono di ricevere, in cambio, rispetto ed una città vivibile.
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