Le
periferie cittadine nella visione comune sono (sarebbero) tutte uguali: in
genere aride strutture, nate dall’inglobamento forzato delle antiche campagne
adiacenti ai centri abitati, quasi del tutto prive di ciò che facilita la
socializzazione e/o l’integrazione.
Scatole di
cemento piene di “umanità periferica”. Il centro, che propone ai suoi abitanti
tutto ciò che serve per vivere, ruoterebbe talmente vorticosamente da
allontanare e mantenere distanti i “periferici”. Ma è proprio così, o meglio, deve essere per
forza così?
Centrifuga
è un termine scientifico, definisce una forza che tende ad allontanare un corpo
dal centro intorno a cui ruota.
Ma è
anche una macchina che mescola e rende omogeneo ciò che omogeneo non è.
Dal doppio
significato di questa parola immagino che nasca il titolo di questo libro, che fa
parte di un più ampio progetto promosso dal Centro
di lettura ad alta voce “Leggimi Forte” di Pomigliano d’Arco, che da anni è
impegnato nel portare la letteratura contemporanea per ragazzi nelle scuole dei
territori periferici della Campania.
CentriFuga è un’antologia di racconti
che ruotano
intorno al concetto di periferia cittadina:
cosa comporta viverci o solo vederla da visitatori, quali esperienze e
punti di vista offre.
I protagonisti delle storie sono ragazzi che
vivono la loro realtà a volte con consapevolezza, altre con ingenuità.
Ciccio,
il personaggio tredicenne del racconto di Maria Franco, abita a Pellaro,
periferia di Reggio Calabria. La sua famiglia soffre pesantemente della crisi
che attanaglia il mondo intero e lui affronta la vita come farebbe un qualsiasi
ragazzo della sua età, naturalmente nel contesto in cui si trova. Che non è dei
peggiori, ma rischia di mantenerlo per tutta la vita in una dimensione chiusa
che soffre ma a cui non riesce a reagire con successo.
Poi,
una professoressa d’italiano che avvia la classe intera alla lettura
giornaliera di libri (cinque in tre mesi) contribuisce in modo decisivo alla
sua emancipazione culturale:
“…ho fatto la più grande scoperta da quando
sono nato. Che i libri sono un mondo in cui è bello stare da soli e anche in
compagnia.”
I
libri che la professoressa porta in classe lo portano incuriosito a visitare
per la prima volta una libreria, ed il gioco è fatto.
“Ho preso in mano tanti libri: per alcuni non
ho provato proprio nulla, per altri ho sentito un piccolo fremito, un pizzicore
alle palme, ma uno mi ha fatto battere il cuore. Ho visto il prezzo e ho
calcolato che, rinunciando a dieci brioche - quando vado a scuola, tre fermate
di pullman, qualche volta mi prendo una merenda calda e profumata - potevo pure
comprarlo. È stato il primo regalo che mi sono fatto e mi è sembrato che,
adesso, sono un uomo. Perché cos’è un uomo se non chi decide una meta, la
raggiunge e la paga di persona?”.
Ventinove racconti scritti da ventinove
autori, più o meno conosciuti ma tutti di grande valore, in cui vengono
proposte visioni particolari e meravigliosamente uniche delle periferie
cittadine italiane con un obiettivo comune: individuare quali sono gli stereotipi e le difficoltà che
si oppongono al tentativo di cambiamento e i semi positivi che vi possono
germogliare, per
smentire così il luogo comune negativo. Contribuire alla definizione di una nuova concezione di città, stravolgendo
stereotipi e pregiudizi con una serie di racconti che suscitano nel lettore
emozioni variegate, dal divertimento alla commozione allo stupore, e perché no,
alla rabbia. Tutto per fare emergere le energie, la forza innovatrice,
l’immenso potenziale delle periferie che potrebbe, finalmente manifestandosi,
dare l’impulso decisivo al processo d’integrazione sociale prima nelle città, e
di conseguenza nelle nazioni e nel mondo intero.
CentriFuga. – AA.VV. – Casa
Editrice SINNOS . Euro 12
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