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“Il problema Regeni”. Per il neo ministro dell'interno di questa adesso degnamente rappresentata repubblica delle banane, il destino di un cittadino italiano può diventare un problema, di quei problemi che non si possono risolvere in altro modo che non sia quello di ignorarlo. Nel paese in cui la cosiddetta famigerata "ragion di stato" ha, più che in qualsiasi altro luogo del mondo, da sempre prevalso sugli interessi del popolo, il concetto espresso da Salvini non dovrebbe far scandalizzare nessuno, se non fosse che mai nessuno che rivestisse una così alta carica dello stato lo aveva così sprovvedutamente esposto. Lo sapevamo, ministro, che in realtà, a parte le personali iniziative di qualche singolo che ha poi pagato a caro prezzo la propria umanità, in Italia, ma anche nel resto del mondo, vengono prima gli interessi degli stati e poi quelli dei popoli. Se così non fosse adesso non saremmo a parlare di migranti, guerre e disoccupazione. Per cui non credo sia utile approfondire il concetto che lei ha espresso, credo invece sia opportuno valutare, anche da questo gesto da sprovveduto pressappochista, quanto lei sia veramente all'altezza del ruolo che ha voluto a tutti i costi ricoprire. Un ministro della repubblica che dichiara apertamente che, in nome dei buoni rapporti con un paese straniero, accetta di ignorare e dimenticare l'omicidio insoluto di un cittadino italiano autorizza automaticamente altre azioni del genere, sia in Egitto che nel resto del mondo, mettendo a rischio tutti i cittadini italiani all'estero, che siano turisti o che agiscano nell'interesse del governo italiano ufficialmente o in incognito. Ma che glielo dico, a fare, ministro? Glielo avranno già detto altri, magari anche un po' incazzati e non mi meraviglierei se tra poco arrivasse la solita smentita con la giustificazione del malinteso o della decontestualizzazione. Quello che le voglio dire io, invece, è che quando non si crede veramente in ciò che si dice occorre avere poi una buona memoria, in particolare modo adesso, nell'era di internet. Nell'aprile 2016, da parlamentare europeo lei, riferendosi proprio al caso Regeni, auspicava che ci fosse "un ministro del governo italiano che tiri fuori un minimo di attributi". Adesso, visto che per tirare fuori gli attributi occorre averne voglia e soprattutto occorre averli, ci vuole, di grazia, indicare qualche suo collega che possa farlo, visto che lei ha già dichiarato di non essere in grado?
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