“La ndrangheta vota chi vince!” ha dichiarato, da quanto risulta dalle notizie di stampa (nota 1 nota 2 nota 3), il governatore Giuseppe Scopelliti nel corso del suo intervento al convegno
promosso dal Museo della ‘ndrangheta sul tema “L’area grigia della ‘ndrangheta:
relazioni di complicità e collusioni tra cultura, economia e politica”. È un
concetto difficile da digerire specialmente se associato, come fa Scopelliti,
all’altro concetto (sempre da lui espresso) che afferma che “la
maggior parte dell’elettorato reggino è liberamente in grado di esprimere le
proprie scelte”. È quasi comico (mi si
perdoni il termine, ma non ne trovo un altro idoneo) sostenere che il voto a
Reggio non è condizionato, che il risultato è pulito, e contemporaneamente
asserire che la ndrangheta vota chi vince. Mi è difficile immaginare una
ndrangheta con la sfera di cristallo, che vota chi sa che già comunque vincerà
(ma se già vincerà, a che gli serviranno i voti della ndrangheta?); riesce
anche difficile immaginare una ndrangheta che si presenti a incassare “a sanatoria”,
dopo le elezioni rivendicando il merito di un successo di cui era già palese
l’esito, e mi riesce difficile immaginare un politico onesto che cosciente di essere stato eletto
con voti puliti si presti poi ad appoggiare le azioni criminali dell’onorata
società. In merito ai due consiglieri regionali arrestati (Zappalà e Morelli)
Scopelliti ha parlato di un “codice etico” sottoscritto da tutti, ha detto di
avere richiesto in alcuni casi il certificato del casellario giudiziario. Come
se un individuo disonesto al punto di vendersi alla criminalità organizzata
possa avere problemi morali a dichiarare il falso, o firmare un accordo e poi
non rispettarlo, oppure come se un incensurato non possa essere un delinquente,
di fatto o potenziale. “Alzi la mano in questa sala chi sapeva che
Franco Morelli avesse questo tipo di rapporti”,
ha esclamato Scopelliti. Certo, a Reggio di Franco Morelli (cosentino) si
sapeva poco o niente, probabilmente la maggior parte dei presenti in sala non
lo conoscevano nemmeno prima del suo arresto; ma su altri, reggini puro sangue
che ancora orbitano regolarmente attorno al governatore anche con incarichi di
responsabilità, se avesse chiesto informazioni alla platea avrebbe avuto
certamente risposte argomentate. Ed alla fine, il passaggio su non meglio
identificate testate giornalistiche calabresi che... “ogni anno
registrano perdite tra 600 e 700 mila euro. L'informazione e' un settore in cui
c'è gente sempre pronta ad investire con la giustificazione che si vuole
offrire un contributo di crescita ai calabresi. Com'è possibile che possano
nascere nuovi giornali, e per fare cosa, in una regione dove si legge poco o
niente. Cominciamo a domandarci a 360 gradi di tutto”. Come a voler dire che c’è una specie di forza maligna che utilizza
certa stampa per fini illeciti. Ma “attenzione a delegittimare la politica”
dice il governatore... “serve solo alla ‘ndrangheta ed ai poteri
occulti che pensano in questo di poter condizionare l’azione politica nei
diversi territori.” Evidentemente Scopelliti
preferisce delegittimare la stampa e non citando le testate a cui si riferisce,
trascina tutti nel calderone. Ma se
mi guardo intorno a 360 gradi le domande che mi vengono in mente per prime sono
altre, a cui il governatore ex sindaco di Reggio Calabria continua a non
rispondere; la politica e' un settore in cui c'è sempre gente pronta ad
investire con la giustificazione che si vuole offrire un contributo di crescita
ai calabresi, ma se il contributo è quello che vediamo attualmente, con un
degrado galoppante in tutti i settori nevralgici, sanità e trasporti in testa,
nasce spontanea la domanda; com'è possibile che possano nascere come funghi
nuovi movimenti, liste elettorali e candidati spesso a sorpresa, e per fare cosa, in una regione dove si
amministra poco o niente? E potrebbe Scopelliti spiegare ai calabresi ed ai
reggini in particolare perché in questa regione esistono comuni che ogni anno
registrano perdite di decine di milioni euro? Non ce l’ha fatta, il governatore, a convincermi che in Calabria e soprattutto a Reggio la ndrangheta
non cerca costantemente di condizionare l’esito delle elezioni “prima” delle votazioni. Non è riuscito
a convincermi che è la ndrangheta a cercare di agganciare i politici: gli atti
processuali raccontano una cosa diversa, parlano di file di aspiranti eletti
dietro la porta dei boss a
chiedere sostegno, e parlano di boss che si permettono il lusso anche di
pianificare l’elezione dei candidati e proiettarne nel futuro gli sviluppi
della carriera politica. Con le
sue parole non è riuscito a convincermi che una fetta di politica, di questa
politica, non è marcia e di conseguenza dannosa per Reggio e la Calabria.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
© I contenuti di questo blog, se non diversamente indicato, sono di proprietà esclusiva dell'autore/amministratore. Tutti i diritti sono riservati.
Per eventuali autorizzazioni su specifici contenuti effettuare apposita richiesta tramite email all'indirizzo pasplaca@gmail.com .
"passo la vita fuggendo dalla mia ignoranza"
NON CAPISCO...E NON MI ADEGUO!!!
su questo blog non si pubblicano commenti anonimi
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
zappalà 12.000 voti, morelli 14.000 questi non li ha scaricati!!!!
RispondiElimina