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venerdì 22 agosto 2014

REGGIO: CRONACA DEI LUOGHI COMUNI CHE AFFLIGGONO LA CITTA’.


REGGIO DECADE? E’ COLPA DEGLI “IMMIGRATI”!
(di Ada Romito)
Una delle caratteristiche che più amo di Reggio è il fatto che sia panoramica. Ogni angolo della città, se si sa guardare, offre spettacoli. Alcune volte sono meraviglie della natura: basti pensare alle strade cannocchiale che tagliano il centro portando il mare in città, o alle antichissime magnolie che inanellano il Lungomare da sempre, forse da prima della città stessa E molte altre cose ancora, che incantano ed innamorano.
Ma questa peculiarità, questa capacità di Reggio di mettere su un palcoscenico ogni cosa, non è solo riferibile alle sue eccellenze! Eh no: Reggio, dicevamo, è panoramica. Alcune volte, ahimè, i riflettori sono puntati su cose che non dovrebbero essere viste o meglio ancora che proprio non dovrebbero esistere.
E singolare che questa caratteristica morfologica della città si estenda perfettamente anche ai suoi cittadini: Reggio è sempre panoramica, anche quando si tratta di mostrare lumanità che la popola, che la costituisce; ed anche in questo caso ci sono eccellenze e persone che non vorremmo mai vedere.
Queste ultime negli ultimi due mesi hanno assunto una rilevanza impressionante; nel senso che la loro presenza e la loro voce si sono fatte più sentire da quando Reggio è diventata primo sbarco (e sottolineo PRIMO SBARCO) di una gran quantità di migranti che fuggono dalle guerre e dalle miserie dei propri Paesi dorigine nella speranza di trovare, altrove, una vita sicura e dignitosa. Ecco, a proposito di questi eventi Reggio, che non nega uno spazio a nessuno, ha offerto non solo amore, solidarietà e generosità, raccontando attraverso i suoi gesti daccoglienza una storia millenaria fatta di arrivi, partenze, culture vicine e lontane; la mia democraticissima, panoramica città si è popolata improvvisamente di una pletora di personaggi assai buffi, direi.
Pseudo redattori di pseudo testate giornalistiche, esperti di malattie infettive e di leggi sulla Cooperazione Internazionale, vari ed eventuali si sono radunati perlopiù in piazze virtuali come quella, ad esempio ma non solo, che offre Facebook per lasciare al mondo le loro preziose teorie sui veri motivi della disfatta economica, sociale, politica e (new entry) sanitaria di questa città. Sì perché a Reggio, dove la colpa per molti è sempre di qualcun altro, dove la dismissione sistematica delle responsabilità è sport cittadino praticato ancora da una moltitudine di persone, adesso si sostiene che la disfatta di cui sopra è colpa proprio loro: degli immigrati (termine che peraltro detesto: si chiamano, se proprio li si vuole categorizzare, migranti”… ma vabbè…).
Gli immigrati, signori miei, sono i diretti, unici responsabili di una presunta emergenza sanitaria che starebbe coinvolgendo chi si è preso cura di loro e chi ha consentito loro di spostarsi (su mezzi ATAM), estendendosi potenzialmente al resto della cittadinanza.
Portano la scabbia (magari andare a leggersi come la scabbia si prende e soprattutto come si cura, e soprattutto come vengono trattati in primo soccorso gli infetti).
Bivaccano per le strade della città suscitando lorrore dei turisti (turisti? Quali turisti? Quelli fatti scappare via dal commissariamento? Ed inoltre: sicuro che i bivaccanti agli angoli delle strade del centro siano solo i migranti e non anche i cari strascinafaccendi reggini che da generazioni onorano con la loro operosa presenza la città sullo Stretto, angosciati dalla morsa di uno dei tassi di disoccupazione giovanile più alti dEuropa?).
Vengono fatti salire sui mezzi che usano i reggini per i loro spostamenti, e questo è pericoloso! (questa mi piace particolarmente: noi reggini in effetti abbiamo anticorpi damianto. Per cui NOI non possiamo ammalarci e dunque trasmettere virus quando saliamo su un autobus, ma l’”immigrato ovviamente sì!).
Insomma a voi che pensavate che la colpa della drammatica situazione nella quale si trova Reggio fosse da ricercare e trovare nella mala gestio degli ultimi anni, mala gestio che ha coinvolto tutti, ma proprio tutti gli ambiti della vita cittadina (ai primi posti Sanità e Inquinamento), dico: avete, abbiamo sbagliato tutto. Se fino a tre mesi fa la colpa era dei commissari oggi è degli immigrati malati, bighellonanti e chissà cosaltro.
Che poi da decenni (salvo brevi, illuminati periodi) non si riesca a risolvere la situazione immondizia a Reggio, e che questo abbia realmente dato il via ad unemergenza sanitaria, e che i reggini non facciano nulla per essere più attenti e puliti, non conta; così come non conta che si rischi ogni anno destate di ammalarsi seriamente sguazzando nelle acque dei mari cittadini, pieni pieni di coliformi fecali a causa degli sversamenti fognari.
Perché cari miei i nostri virus, i nostri batteri, la nostra sporcizia sunnu megghiu in quanto prodotto DOC di questo splendido territorio. Di tutto quello che realmente fa emergenza in città non preoccupiamoci: quello va bene. Di una serie di eventi transitori invece facciamone un dramma, un casus belli sul quale urlare ed indignarci.
Vorrei dunque complimentarmi con i Premi Nobel per Medicina, Giornalismo e Sociologia che vivevano nascosti nella nostra bellissima città, chiedendo loro: ma quando si doveva andare a votare per risolvere i VERI problemi voi doveravate?
No, forse è meglio che questa domanda non abbia risposta. Temo che questultima mi irriterebbe più della serie di amenità” che mi trovo costretta a leggere troppo spesso di questi tempi.
Ti amo mia Reggio, città panoramica per eccellenza… Ma se qualche volta chiudessi le tue tende e ci impedissi di guardare o ascoltare cose imbarazzanti ti amerei mille volte di più.

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