Come
per tante altre città del
sud, una cosa che non manca e non mancherà mai a Reggio è
l’ironia unita all’innata
tendenza al pettegolezzo che rende gossip qualsiasi episodio di natura dubbia o
poco chiara, estrapolato dal suo contesto e riadattato alla fantasia del primo
spettatore, il quale non esiterà a
raccontarlo a sua discrezione a qualcuno che lo rilancerà aggiungendoci qualcosa di suo.
Mi
viene in mente la storia delle due signore entrambe mogli di macchinista, che s’incontrano
in macelleria e mentre attendono il loro turno, com’è normale, chiacchierano tra di loro:
- ...si, signora, me’ maritu turnau stamatina prestu, iu a Napoli….
‘Ciù dissi ieu mi si curca nu pocu, ma iddu nenti, si ‘ndi
iu ‘nto giardinu ! Ora haiu a pigghiari un chilu ‘i
tritatu, cusì fazzu ‘a pasta ‘o
furnu, e ddu purpetti pi stasira. S’i
mangiunu i me figghi, me maritu dissi chi iddu non voli carni, si mangia ‘na
‘nzalata ‘i pumaroru...-
- Me maritu parti a menziornu e torna stasira,
signora... dissi chi voli ‘na bistecca, ch’havi a fari ‘u
rapidu!-
Molto
probabilmente il mio collega aveva chiesto alla moglie di preparargli un piatto
veloce da cucinare non avendo tanto tempo a disposizione, come per esempio
proprio una fetta di carne arrostita. Ma da questo scambio di battute, ascoltato
da qualche buontempone presente e riportato a modo suo, è venuta fuori la storiella del macchinista che per fare “il
Rapido”
(treno in realtà impegnativo dal punto di vista delle energie quanto qualsiasi
altro) aveva bisogno di mangiare “una bistecca”.
Siamo
fatti così, dopo tutto
neanche male se mettessimo altrettanta creatività in altre cose più produttive, per esempio nell’immaginare e realizzare una
città migliore.
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