(di Domenico Malara)
Chi si ricorda di Peppe Bova? L’ex presidente del Consiglio regionale della Calabria, quello che ha tiraro fuori dal cilindro i voucher formativi destinati ai migliori laureati calabresi, idea talmente geniale da guadagnarsi le critiche dal giuslavorista Pietro Ichino. Ma soprattutto quello che per cinque anni di legislatura ce l’ha menata con la storia dell’abbattimento dei costi della politica, ovviamente per merito suo. Per essere credibile, quasi non bastasse la lacrimuccia pronta a scendere ad ogni conferenza stampa, il buon Peppe Bova aveva addirittura dichiarato che per evitare gli sprechi non usava neppure la macchina blu per i suoi spostamenti. Insomma, un moderno Savonarola pronto a fustigare il malcostume della politica scialacquona. Il Claudio Lotito della classe dirigente calabrese, pronto a battersi per una politica didascalica e moralizzata!
Curioso, però, che il Savonarola de noantri disdegni la macchina blu ma non rinunci ai sontuosi rimborsi per l’utilizzo della propria auto. A certificarlo è la delibera dirigenziale n. 299 del 21 aprile 2010, pubblicata nel bollettino ufficiale regionale del 16.6.2010, pag. 31098, avente per oggetto: “Presidente del Consiglio regionale – liquidazione rimborso utilizzazione mezzo proprio periodo luglio 2006/marzo 2010”. Esattamente il periodo dell’intera legislatura, per la quale vieni disposto, a favore di Bova Giuseppe, il pagamento di euro 211.842,42.
Ovviamente tutto è legale e legittimo, almeno a leggere la delibera, ma sicuramente appare quantomeno discutibile moralmente il comportamento di chi, per cinque anni, si è elevato a fustigatore del malcostume altrui. Ma c’è di più. Nella delibera si legge che a luglio del 2009 lo stesso Bova chiede che il rimborso venga momentaneamente sospeso per essere liquidato su sua espressa richiesta inoltrata, poi, il 19 marzo 2010. Perché questa sospensiva? I bilanci non sono annuali? Probabilmente il buon Bova voleva far credere che aveva rinunciato anche ai rimborsi chilometrici per non essere oggetto di eventuali critiche, nello stesso momento in cui professava ai quattro venti l’abbattimento, per merito suo, dei costi della politica calabrese. Ma a ben leggere si trattava solo di una sospensiva, pronta ad essere messa da parte per poi passare all’incasso una volta finita la legislatura, quando i riflettori sui costi della politica sono ormai spenti.
Sarebbe, inoltre, interessante capire perché il costo a chilometro che viene rimborsato a Bova è di 3,77 euro, mentre normalmente ai dipendenti pubblici viene rimborsato un quinto della benzina, pari a 0,26 euro. Ripetiamo, i rimborsi di Bova non hanno nulla di illegale. Si tratta semplicemente della più classica caduta di stile da parte di chi lo stile e la morale pretendeva di insegnarla agli altri.
Insomma, la sindrome del moralizzatore colpisce ancora al grido: fate ciò che dico, non fate ciò che faccio! (do.mal.)
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