Purtroppo è vero, in città, così come a Roma, a qualcuno sembra normale pensare che dopo che reciprocamente si sono offesi, insultati, accusati, diffamati e calunniati, dopo che per giorni e giorni hanno preso in giro i cittadini, i consiglieri comunali della maggioranza di Reggio Calabria possano adesso sedere ad un tavolo e riprendere ad "amministrare" come niente fosse; probabilmente, nel presunto nome della "politica", degli "interessi della città", del "modello Reggio", molti di questi signori sarebbero capaci anche di altro. Ma la realtà è che il vero interesse della maggior parte di costoro è il posto al sole di cui hanno goduto per anni, che adesso sta per diventare buio, e per alcuni, forse.... un "posto al fresco". Alla fine dell'ultima guerra di mafia, dopo centinaia di morti, i responsabili delle varie famiglie si sono seduti al tavolo ed hanno stipulato l'accordo che ha messo una pietra sopra a tutti i caduti, ha messo da parte l'odio e il desiderio di vendetta reciproco, in nome di una sola parola: "AFFARI". Si sono divisi la città in nome del "BISINISSI". Adesso ai personaggi di questo squallido spettacolo che sembra non avere mai fine rimane la possibilità di fare una seppur minima bella figura: tirarsi indietro, lasciare che lo sfascio che hanno creato (lo hanno creato loro, non ci si può prendere solo i meriti) venga sanato da altri, evitare che tutto si concluda con un accordo fra "uomini d'onore", perchè solo questo sembreranno, se si metteranno d'accordo.
Lettera aperta ai consiglieri comunali di Reggio: non osate!
di Giusva Branca-
Siete pronti a chiudere l'accordo, scongiurando l'arrivo del commissario, e vivere tutti felici e contenti. Ma veramente pensate che la città accetti qualunque cosa? No, dico ma sul serio credete che ora possiate fare finta che in questo squallido e vergognoso agosto della politica reggina non sia accaduto nulla? Pensate, così, impunemente, di poter tornare a sedere in consiglio comunale? A rappresentare chi? A rappresentare cosa?
Come osate ripresentarvi agli occhi di una città che, con i vostri comportamenti (ovviamente gli incolpevoli dell'Assemblea restano travolti dall'incoscienza e insipienza degli altri) avete calpestato, deriso, sbeffeggiato ad ogni pié sospinto?
E se a voi non fa nessuna specie ritrovarvi domani seduti fianco a fianco con chi avete insultato, anche pubblicamente, fino al giorno prima, c'e' una città che non lo accetta. Per quanto possa apparire strano a voi, affaristi del pensiero, piegato alle più becere logiche di interesse personale, c'è una Reggio che ancora vive con la testa ben alta e che non vi vuole più vedere, ritenendo che vi siate macchiati di indegnità definitiva.
Avevate la chance, tutto sommato non difficile da perseguire, di continuare nel solco del passato recente, un solco che a una parte della città pare discutibile, ma che, fin quando il sovrano era presente, sembrava affascinarvi e farvi stare come scolaretti in gita: in fila per tre, tutti zitti, tutti con i cappellini ad alzare la manina. Tutti.
Avete scelto un'altra via, quella della guerra, dello scontro, ma per le guerre servono non solo generali con eserciti, ma anche eserciti con generali, altrimenti si finisce come la flotta italiana nella battaglia di Lissa (della quale in questi giorni é ricorso l'anniversario), vinta dagli austriaci nonostante una superiorità italiana di uomini e mezzi che spinse, poi, il 39enne ammiraglio vincitore, Wilhelm Von Tegetthoff, a dire che "uomini di ferro su navi di legno avevano sconfitto navi di ferro guidate da teste di legno".
E, poi, non avete tenuto in considerazione che le guerre possono anche essere perse da ambo le parti.
Per voi, per potere alimentare, in futuro, quel briciolo di spessore politico che doveste, eventualmente, ancora mantenere, per non dimostrare anche sprezzo del ridicolo, e per la città, per non assestarle un altro colpo letale, non lo fate.
Non vi presentate tra qualche ora sorridenti come nei più classici album di famiglia per l'istantanea dedicata all'ultima fase di vita di questo consiglio comunale.
Non osate, volare alto e da soli non fa per voi e di Icaro non avete nemmeno lontanamente la stoffa...
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