Quando si avvia un treno, diretto chissà
dove, con esso si muovono decine di pensieri, speranze, fantasie e
realtà. Perché sul treno per i viaggiatori oltre che leggere un
libro o chiacchierare non c’è altro da fare se non guardare il
paesaggio, e guardando fuori il pensiero non può fare a meno di volare.
Meglio ancora se il paesaggio è quello calabrese, tirrenico o ionico,
poco importa: se non c’è il mare a stimolare la fantasia, c’è la
campagna. Lavoro sui treni da 26 anni, faccio il macchinista e lo
spettacolo che i viaggiatori si vedono passare di lato spesso senza
avere il tempo di focalizzare le immagini, io me lo gusto da una
posizione privilegiata: estate, inverno, sole, pioggia, neve, i treni si
muovono sempre, ogni giorno e con tutte le condizioni climatiche.
Ed ogni stagione, ogni tempo ed ogni
luogo ha il suo odore ed i suoi colori caratteristici: l’odore della
salsedine del mare, del gelsomino, della zagara, del finocchio
selvatico, della cipolla di Tropea fortissimo e penetrante in certi
periodi, della terra bagnata, della terra secca ed appena arata; i
colori della ginestra, dell’agave, dell’acacia, dei papaveri, della
mimosa, del grano. Il giallo dei campi d’estate, il verde degli oliveti,
il bianco della neve.
A maggio, mentre scrivo, buona parte
della linea ferroviaria è fiancheggiata da alberi in fiore, acacia
soprattutto, ed a folate giunge alle narici il profumo del gelsomino,
uno degli odori più belli che esistano, a mio parere.
Lavorare. Qualsiasi lavoro di questi
tempi è una fortuna, ma avere un ufficio dove il panorama cambia
continuamente istante per istante, dove il sole tramonta e poi sorge
nuovamente, dove i colori e gli odori della natura entrano e
s’impossessano dei tuoi pensieri...beh, questo è un privilegio che pochi
fortunati hanno.
Io sono uno di questi.
è vero! mio nonno era ferroviere, quando lo vedevo arrivare lo riconoscevo subito per l'autorità che tutti gli riconoscevano, come responsabile del viaggio di centinaia d ipersone e per la sua divisa......
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