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"passo la vita fuggendo dalla mia ignoranza"
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lunedì 29 aprile 2013

Piazza Castello e il "tuuurismo".

Situazione attuale
Festeggiamenti per l'inaugurazione


Reggio Calabria. - Siamo lontani anni luce dall’estate 2007, quando l’amministrazione comunale dell’epoca inaugurò in pompa magna la nuova Piazza Castello, con tanto di sbandieratori medioevali ed addobbi floreali rimossi subito dopo la cerimonia. Già dopo qualche mese le aiuole fiorite e i vari arredi erano un ricordo nella mente dei residenti, rievocato solo dai proclami periodici degli amministratori di allora. Tempo fa la ditta che stava effettuando modifiche alla struttura dell’edificio ha abbandonato i lavori a causa dei mancati pagamenti da parte del comune, e la piazza è ormai alla mercè di vandali e malintenzionati. Per finire, è notizia di qualche giorno fa: il Castello Aragonese è ufficialmente pericolante. Mai, se non per mano dell’uomo, del reggino, questo imponente monumento ha manifestato cedimenti; né sotto bombardamenti né durante terremoti devastanti. Dopo la caduta di qualche pezzo di muro, l’ufficio responsabile non ha saputo fare altro che recintare con una rete la parte del perimetro interessata, trascurando poi di curare anche il recinto stesso. Contemporaneamente chi evidentemente è fuori dal mondo reale e vive in un paese delle meraviglie, esalta come un successo l’arrivo in città di migliaia turisti stranieri. Chissà cosa penseranno, questi turisti, quando vedranno il Castello transennato. E soprattutto cosa racconteranno in giro di questa nostra povera città, sommersa dai rifiuti, con i Bronzi che invece di giocare a morra se ne stanno sdraiati a palazzo Campanella a far niente
Ma non fa niente: “sorridiamo al turista, sorridiamo al futuro!”
L'allora sindaco Giuseppe Scopelliti- Estate 2007

giovedì 25 aprile 2013

Lo scatolo del mio sapone da barba? Finirà nella spazzatura


Sono andato a comprare il sapone da barba. Uso la stessa marca da 35 anni, una di quelle storiche, usata anche dai barbieri professionisti. E compro la confezione professionale, da 500 ml. Sempre quella. La prima che ho avuto, a 15 anni, me l’ha regalata lo zio Ciccio, un signore particolare, molto esigente, anche troppo forse. 
Ma oggi non vedo il mio prodotto preferito, di solito lo trovo a colpo d’occhio, tanto è caratteristica la confezione. Un tubo di plastica morbida con le scritte verdi pieno di crema profumata. Usarlo è semplice, si svita il tappo, si preme il tubo e la crema profumata esce sul pennello bagnato. Eppure è lo scaffale giusto.
Mi si avvicina una commessa, con uno sguardo interrogativo e contemporaneamente disponibile: -Posso esserle utile?- Non nego di essere perplesso, stavo pensando “accidenti, vuoi vedere che la ditta è fallita?” -Si grazie, signorina. Cerco la confezione professionale del sapone da barba xxx, ma non la vedo; la prego, non mi dica che non c’è!- Il sorriso rassicurante della commessa mi tranquillizza -Ecco qua, signore, la confezione è cambiata, per questo non la trovava; vede: hanno messo il tubo dentro uno scatolo, una cosa più fine.-Mi torna in mente quella famosa pubblicità di caramelle: “un cofanetto di caramelle xxx non s’incarta mai!”.
Le strategie commerciali sono spesso incomprensibili ai comuni mortali. Una confezione storica, che per mezzo secolo ha caratterizzato inconfondibilmente un prodotto viene cambiata, anzi stravolta…boh! Guardo lo scatolo e penso: “un rifiuto in più da smaltire, alla faccia delle politiche ambientali”. Passo alla cassa, pago e mi viene consegnato il prodotto dentro una busta ecologica di materiale biodegradabile che si buca immediatamente con lo spigolo dello scatolo.
Esco, dribblo un cumulo di rifiuti sul marciapiede e vado alla macchina. Il tubo di sapone da barba mi basterà per tre o quattro mesi, chissà se per allora qualcosa sarà cambiato. In meglio, intendo.

sabato 6 aprile 2013

Io, visionario solitario, lo sapevo già



Reggio Calabria: Oggi la notizia dei 42 dipendenti comunali assenteisti, ieri quella dei consiglieri regionali truffaldini, e tornando indietro nel tempo, avvisi di garanzia a questo e quello per reati collettivi derivanti dal malcostume dilagante. La vera notizia, tra tutte queste, non la evidenzia nessuno: il cittadino reggino, appena la notizia è ufficiale, si stupisce, legge e condanna il comportamento del (presunto) delinquente di turno. Manda lettere ai giornali, dopo, ne chiede le dimissioni, dopo, lo vorrebbe in carcere a pane ed acqua, dopo.
Io, dopo tutte queste notizie sono scioccato, non dalle notizie, ma dal fatto che sapevo già tutto. Sapevo che al Comune di Reggio molti impiegati firmano e se ne vanno in giro, così come so che lo fanno in tutte le amministrazioni pubbliche ed anche in alcune pseudo-private. Sapevo che alcuni amministratori pubblici sono corrotti, sapevo che qualcuno ha saccheggiato le casse pubbliche, sapevo che dietro a certi fallimenti di grosse aziende c’è la frode, etc etc etc.
Come facevo a saperlo, mi domando, se quasi nessuno a Reggio immaginava niente di tutto ciò? Ho paura della risposta. Ho paura di scoprire di essere un veggente dotato di poteri paranormali, in grado di vedere ciò che non si vede, di udire ciò che non si sente, di sapere ciò che nessuno immaginerebbe mai.
Ieri, per esempio, ho avuto una visione: ho visto che ai semafori e alle uscite dei supermercati (i pochi rimasti aperti in città) si piazzavano delle donne straniere per chiedere l’elemosina con dei bambini in braccio. Ho visto che in determinati punti della città, al calar del sole, ma a volte anche di giorno, si piazzavano gruppetti di donne di facili costumi e travestiti. Ho visto che la Villa Comunale di notte diventava regno di sbandati, delinquenti e reietti della società.