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"passo la vita fuggendo dalla mia ignoranza"
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domenica 27 novembre 2016

Il Sindaco dileguato.

Surreale discussione su Facebook, sulla Pagina Ufficiale del Sindaco di Reggio Calabria, sotto un post in cui il primo cittadino annuncia l'avvenuta riparazione di un guasto alla conduttura idrica in un popoloso quartiere cittadino. Il Sindaco comincia per primo, ringraziando i tecnici preposti per il "pronto intervento".
Infatti è risaputo che la famosa "legge Madia sul pubblico impiego", oltre a prevedere che sul licenziamento dei dipendenti giudicati infedeli l'amministrazione comunale  non si pronunci, né intervenga in caso di problematiche serie su richiesta dei lavoratori (in pratica se ne lavi le mani ufficialmente, sempre che ci sia l'acqua disponibile),  prevede anche che chi fa semplicemente il proprio dovere debba essere ringraziato direttamente dal Sindaco in persona.

Subito iniziano i primi commenti, di timido consenso come sempre. Solo che l'argomento è tosto, ed i cittadini che si sono ritrovati senz'acqua non ci stanno a essere presi in giro, anche se magari involontariamente.

"Ancora non è arrivata, ma fiducioso!!! Sindaco il numero 1" 

Non cantate vittoria!

dai diamo anche il tempo per i lavori.....grazie e buona domenica

Viale Europa, stiamo ancora aspettando. Grazie

Viale Aldo Moro Ancora niente

Gebbione ancora niente grazie

 w i tecnici! So i dirigenti il problema!!

a me ancora non è arrivata (ore 14.00 sbarre inf.) ... ma si puo fare in modo che non si guasta piu ? basta con questi disagi !!!

Via Mercalli ancora niente. Aprite il rubinetto!

Sono le 14.15....e ancora niente!

U porcu è a muntagna e a caddara bugghi!!!

ANCORA L'ACQUA NON E' ARRIVATA (gebbione-v.le calabria)



e' arrivata al v.Aldo Moro,ma solo x un saluto.(un filo)

Zona inizio Sbarre Centrali -Viale Calabria da stamattina senz'acqua. E' questa la città metropolitana ? Ma fatemi il piacere , mancano i servizi fondamentali in questa città, la mancanza d'acqua è un problema irrisolto da decenni

Signor Sindaco al viale Aldo Moro siamo con ossiggeno da na vita quando provvedete

Nel 2016 si festeggia per il ripristino del servizio idrico... ho detto tutto.

Incalzato dai cittadini il Sindaco (o chi per lui) dapprima cerca di resistere alle pressanti proteste, poi si dilegua definitivamente. Uno degli ultimi commenti presenti all'atto della chiusura di questo post è:


"Risponda sindaco che fine ha fatto ?"











lunedì 21 novembre 2016

L'opinione non è matematica.



Qualsiasi opinione abbiate su qualsiasi cosa, anche, che ne so, sulla Nutella o sulla pasta alla carbonara, sappiate che nel mondo la pensano come voi  sicuramente almeno un paio di serial killer, almeno un centinaio di pedofili, decine e decine di criminali, pervertiti ed esseri schifosi di tutti tipi. 
Un'accozzaglia, praticamente. 
Vi conviene non avere un'opinione, forse.

martedì 15 novembre 2016

Avventura a Durango... con Pasquale Ferrara.


"Avventura a Durango" di Fabrizio de Andrè, illustrata dal giovane e bravissimo artista reggino Pasquale Ferrara. Mi sembra che valga veramente la pena di gustarsela.


CENTRIFUGA. Fughe, ritorni e altre storie.



Le periferie cittadine nella visione comune sono (sarebbero) tutte uguali: in genere aride strutture, nate dall’inglobamento forzato delle antiche campagne adiacenti ai centri abitati, quasi del tutto prive di ciò che facilita la socializzazione e/o l’integrazione.
Scatole di cemento piene di “umanità periferica”. Il centro, che propone ai suoi abitanti tutto ciò che serve per vivere, ruoterebbe talmente vorticosamente da allontanare e mantenere distanti i  “periferici”.  Ma è proprio così, o meglio, deve essere per forza così?
Centrifuga è un termine scientifico, definisce una forza che tende ad allontanare un corpo dal centro intorno a cui ruota. 
Ma è anche una macchina che mescola e rende omogeneo ciò che omogeneo non è. 
Dal doppio significato di questa parola immagino che nasca il titolo di questo libro, che fa parte di un più ampio progetto promosso dal Centro di lettura ad alta voce “Leggimi Forte” di Pomigliano d’Arco, che da anni è impegnato nel portare la letteratura contemporanea per ragazzi nelle scuole dei territori periferici della Campania.
CentriFuga è un’antologia di racconti che ruotano intorno al concetto di periferia cittadina:  cosa comporta viverci o solo vederla da visitatori, quali esperienze e punti di vista offre.
I protagonisti delle storie sono ragazzi che vivono la loro realtà a volte con consapevolezza, altre con ingenuità.
Ciccio, il personaggio tredicenne del racconto di Maria Franco, abita a Pellaro, periferia di Reggio Calabria. La sua famiglia soffre pesantemente della crisi che attanaglia il mondo intero e lui affronta la vita come farebbe un qualsiasi ragazzo della sua età, naturalmente nel contesto in cui si trova. Che non è dei peggiori, ma rischia di mantenerlo per tutta la vita in una dimensione chiusa che soffre ma a cui non riesce a reagire con successo.
Poi, una professoressa d’italiano che avvia la classe intera alla lettura giornaliera di libri (cinque in tre mesi) contribuisce in modo decisivo alla sua emancipazione culturale:
“…ho fatto la più grande scoperta da quando sono nato. Che i libri sono un mondo in cui è bello stare da soli e anche in compagnia.”
I libri che la professoressa porta in classe lo portano incuriosito a visitare per la prima volta una libreria, ed il gioco è fatto.
Ho preso in mano tanti libri: per alcuni non ho provato proprio nulla, per altri ho sentito un piccolo fremito, un pizzicore alle palme, ma uno mi ha fatto battere il cuore. Ho visto il prezzo e ho calcolato che, rinunciando a dieci brioche - quando vado a scuola, tre fermate di pullman, qualche volta mi prendo una merenda calda e profumata - potevo pure comprarlo. È stato il primo regalo che mi sono fatto e mi è sembrato che, adesso, sono un uomo. Perché cos’è un uomo se non chi decide una meta, la raggiunge e la paga di persona?”.

Ventinove racconti scritti da ventinove autori, più o meno conosciuti ma tutti di grande valore, in cui vengono proposte visioni particolari e meravigliosamente uniche delle periferie cittadine italiane con un obiettivo comune: individuare quali sono gli stereotipi e le difficoltà che si oppongono al tentativo di cambiamento e i semi positivi che vi possono germogliare,  per smentire così il luogo comune negativo. Contribuire alla definizione di una nuova concezione di città, stravolgendo stereotipi e pregiudizi con una serie di racconti che suscitano nel lettore emozioni variegate, dal divertimento alla commozione allo stupore, e perché no, alla rabbia. Tutto per fare emergere le energie, la forza innovatrice, l’immenso potenziale delle periferie che potrebbe, finalmente manifestandosi, dare l’impulso decisivo al processo d’integrazione sociale prima nelle città, e di conseguenza nelle nazioni e nel mondo intero.
CentriFuga. – AA.VV. – Casa Editrice SINNOS .   Euro 12


sabato 5 novembre 2016

C'è l'intimidazione ma non l'intimidito.

L’incendio doloso dell’asilo comunale di Santa Venere non è una novità, e non è un atto rivolto contro i bambini. Punto. 

Sono anni che a Reggio dei criminali compiono atti vandalici particolarmente violenti contro strutture scolastiche comunali, in particolar modo asili. E sempre in periferia. Nel settembre 2010, per esempio, fu ritrovato un ordigno inesploso (e inefficiente)  nel cortile della scuola materna di Cannavò, ed altri casi di presunte intimidazioni simili, sempre a strutture comunali, sono avvenuti nel corso degli anni. Intimidazioni. Potrebbe essere. 

Ma l’intimidazione presuppone delle condizioni che al momento non sembra appaiano.

Ora, se qualcuno vuole intimidire qualcun altro lo fa chiaramente per ottenere qualcosa, e perché ciò sia possibile occorrono due elementi essenziali: che l’intimidazione sia incisiva, e soprattutto che il destinatario dell’atto sappia il perché ne è stato oggetto.  

Da quel poco che conosco in materia di azioni criminali, mi risulta che di solito un atto intimidatorio è seguito sempre da una spiegazione del perché, che ovviamente è comunicata alla persona da intimidire. Oppure è la conseguenza di una comunicazione precedente non andata a buon fine dal punto di vista del criminale.

Ma il destinatario del famoso messaggio, in questo caso chi dovrebbe essere, visto che le strutture non sono private?  I casi sono due: o il destinatario ha ricevuto il messaggio, e allora deve informare l’Autorità Giudiziaria se non lo ha già fatto, oppure non lo ha ricevuto e allora non è un’intimidazione.

L’altra ipotesi è che le strutture comunali danneggino gli interessi di qualcuno e per questo motivo non debbano esistere. Cui prodest? 

In ogni caso non si tratta di attentati contro i bambini, nessuno ce l’ha con loro. Quando si sono verificati gli atti criminali, i bambini non c’erano. Sono altri, per fortuna nostra, i posti nel mondo in cui i bambini sono esposti a incendi e bombe giornalmente senza potersi difendere. 

Direi che invece di buttarla sulla tragedia biblica paventando la discesa di un’orda di novelli Erode, sarebbe il caso di andare a vedere quali interessi tocca la presenza di una struttura del genere, naturalmente nell'ambiente giusto. 

E i bambini per favore, lasciateli stare. Fa comodo citarli, fa sensazione, in realtà i torvi incendiari farebbero lo stesso anche con una salumeria o una stalla, se la cosa gli servisse. Altrimenti dovremmo anche sostenere che se domani sarà incendiata una stalla vuota qualcuno avrà voluto colpire le mucche, o che se salterà la saracinesca di una salumeria i salami sopravvissuti dovranno essere messi sotto scorta. E magari si potrebbe anche creare un osservatorio contro la violenza sui salami gestito da un apposito garante.

giovedì 3 novembre 2016

Al Referendum Costituzionale io voto NO.

Ho da tempo deciso che al Referendum Costituzionale voterò NO, per vari motivi. Uno riguarda le (presunte) riforme, che se anche migliorative (?) sono talmente inconsistenti in confronto alle reali necessità del Paese al punto da ridursi ad un contentino che servirà però a rendere irricevibile qualsiasi altra richiesta per decine di anni. Un altro motivo, molto più serio e importante per me è che approvando questa accozzaglia di modifiche alla Costituzione progettata da entità non titolate a farlo si approverà automaticamente e definitivamente un modo di governare che non condivido. Si approverà la condizione di governo in cui si trova adesso l'Italia, dove i cittadini possono solo lamentarsi e protestare, senza riuscire ad incidere in alcun modo nelle decisioni di chi è messo a governare senza essere mai stato eletto. E non intendo dire che le riforme da approvare porteranno a questo, ma che la situazione è GIA' così. Chiedetevi, ognuno per l'ambito in cui agite, se avete voce in capitolo nelle decisioni, se quando vedete violati i vostri diritti siete in grado di rivendicarli, se riuscite ad ottenere una qualsiasi verità su quello che sta accadendo in Italia, oppure se ce ne sono decine, di verità, per ogni argomento. Provate a individuare una certezza, una sola, nel vostro futuro, tra quelle che dovrebbero dipendere da chi ci governa. Approvando l'operato di questo governo lo legittimerete ulteriormente, e con esso, legittimerete il meccanismo che lo ha portato ad esistere. Non ha alcuna importanza che, come sostiene qualcuno, non ci sia alternativa, o che l'alternativa sia peggiore. Sono decenni che in Italia va avanti il "meno peggio", e che fa danni rimanendo impunito. Proviamo a dare una lezione a chi c'è adesso, per fare capire anche a chi verrà dopo che ormai non si può più scherzare, che la misura è colma. IO VOTO NO, non contro questo governo, ma contro questo modo di governare.
Chi governa male non può cambiare le leggi. Men che meno la Costituzione.