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"passo la vita fuggendo dalla mia ignoranza"
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martedì 24 settembre 2013

Vanità parlamentare.

Laura Boldrini, appellata da Beppe Grillo "oggetto di arredamento del potere", gli risponde (glissando su tutte le altre affermazioni contro di lei) che offendendo lei offende tutte le donne. Credevo che la signora fosse stata eletta Presidente della Camera dei Deputati, e invece scopro che non è vero. È stata eletta rappresentante di tutte le donne, anche di quelle che non la pensano come lei. O almeno lei crede che sia così. Penso anche che la sua vanità le abbia fatto credere di essere bella, talmente bella da potere essere ritenuta un abbellimento del locale che occupa, e che l'affermazione rivoltale da Grillo fosse riferita a questo presunto aspetto della sua persona. "Ha detto che sono bella e poco intelligente, perciò mi ha insultata e con me tutte le donne." Non credo sia così, credo che Grillo si riferisca al fatto che anche la carica della signora Boldrini è frutto di un accordo tra parti  finalizzato a galleggiare per non affogare, e che, come un oggetto di arredamento, sia stata messa li a occupare un angolo del grande salotto della politica.  Sicuramente direbbe la stessa cosa di Pietro Grasso alla prima occasione. Almeno su una cosa Grillo si sbaglia: gli oggetti di arredamento sono inerti, la signora Boldrini no, lei rimbrotta, espelle dall'aula, sospende. Mi auguro che Silviuccio nostro, grande vanesio non si faccia venire l'idea di emularla: ve lo immaginate, mentre dice, nel suo prossimo show televisivo, "chi offende me offende tutti gli uomini?"

lunedì 23 settembre 2013

Ma avete capito o no, che a Reggio Calabria è stata incendiata una Chiesa?



Domenica scorsa ho assistito ad una Cerimonia Religiosa Ortodossa, celebrata a Reggio Calabria, nella Chiesa di San Paolo dei Greci, nel quartiere Sbarre. Giorni prima il Tempio è stato oggetto di un atto intimidatorio di enorme gravità, culmine di una serie di gesti teppistici perpetrati per mesi nei confronti della Parrocchia: durante la celebrazione di una Liturgia ignoti hanno appiccato il fuoco alla cappella adiacente alla Chiesa.  Insieme a tanti reggini qualunque ho ritenuto mio dovere portare la mia solidarietà di persona al Parroco padre Daniele Castrizio ed a tutta la comunità religiosa ortodossa reggina. Ho partecipato ad un’iniziativa lanciata su Facebook, niente di eroico, solo che l’ho fatto fisicamente come tantissimi altri reggini. Non è un gesto da sbandierare ai quattro venti la solidarietà, almeno non per vantarsene, semmai per invogliare altri allo stesso gesto, per informare. Non sono uno di quei tromboni che giornalmente trasmettono ai giornali messaggi di solidarietà e vicinanza a questo e a quello, oppure rilanciano con comunicati stampa presunti atti meritevoli compiuti nell’interesse della comunità. Mi aspettavo la presenza fisica di rappresentanti della politica e dell’informazione, soprattutto di quelli che sono tanto attenti, seduti sulle loro comode poltrone, agli stati pubblicati su Facebook e su Twitter dai vari personaggi pubblici, politici e non, traendone articoli da scrivere e polemiche da aprire, “mbuscandosi” così la pagnotta. Stavolta non si parlava di presunte parentele scomode del tale assessore, oppure di presunte opinioni dannose per la città, non c’era nessuno che denigrava qualcun altro oppure che litigava con il suo avversario politico, e quindi gli avvoltoi del web che le loro prede le scelgono bene, succulente e redditizie, non hanno ritenuto di scrivere alcunché, sull’evento. Solo qualche spoglio resoconto, pura cronaca nei giorni successivi al fatto, qualche fotografia, e basta. Nessuno che si sia reso conto che A REGGIO CALABRIA, CITTA’ DAGLI INFINITI PRIMATI NEGATIVI, È STATA INCENDIATA UNA CHIESA!!! UN LUOGO DI CULTO!!! È stato commesso uno dei  più gravi, infame, barbaro atto criminale che si possa commettere contro una comunità. Una cosa che in Italia, in Europa, non avveniva da tempo immemorabile, dai tempi della barbarie, delle guerre. In città non si dovrebbe parlare di altro, per giorni. Abbiamo conquistato l’ennesimo primato negativo, probabilmente continentale, ma la politica, la classe dirigente reggina, l’informazione, preferiscono ignorare la cosa. 

domenica 15 settembre 2013

Il discorso del Vescovo

Sollecitato da un amico che ha il vizio di stuzzicarmi (benevolmente) su certi argomenti, ho letto e riletto il discorso pronunciato dal Vescovo di Reggio Calabria, S.E. Monsignor Fiorini Morosini in occasione della consegna della Sacra Effige della Madonna della Consolazione alla città da parte dei Frati Cappuccini del Santuario dell'Eremo. Lo ho persino rivisto in video su Youtube. Mi stavo arrovellando il cervello sul significato di alcune frasi che hanno dato materia di discussione a mezza città, quando di colpo mi sono reso conto che la vera sostanza di quel discorso non era nel suo contenuto, ma nel suo incipit. L'immagine del Vescovo che legge il discorso ha messo tutto il resto su un piano inferiore. "Vedendo giungere in piazza questo straordinario corteo di fede, che grida osannante a Maria, mi sono commosso", dice leggendo all'inizio il Vescovo. Ho pensato: ma se lo ha scritto prima, come faceva a sapere che si sarebbe commosso? Poi mi sono detto: forse lo ha aggiunto nel corso della lettura... se non fosse che Strill.it nel suo articolo riporta il discorso che il Vescovo "terrà" in occasione della consegna della Vara integralmente ed esattamente come poi lo ha letto. Ora, qualcuno dirà che sono bazzeccole, inezie, malignità e quant'altro, ma a me, onestamente, le parole di chi comincia un discorso prendendomi in giro non interessano. Questa città ha bisogno di verità, trasparenza, sincerità. Di gente che ogni giorno ci racconta false verità ne abbiamo in abbondanza , non abbiamo bisogno di importarle. A quel mio amico che mi ha chiesto un'opinione sul nuovo Vescovo rispondo qui, adesso: non mi ha fatto una buona impressione, ha iniziato male, prendendomi in giro. Mi piace di più quel certo Francesco che ruba il microfono ai giornalisti e parla a braccio, sorridendo e scherzando. 

La dignità di una città.



Nel giorno tradizionalmente più importante dell’anno per Reggio, la città si presenta al mondo con l’immagine di un drappo amaranto sdrucito appeso al balcone centrale di Palazzo San Giorgio.
Mi ha profondamente indignato vedere quel drappo appeso in occasione del passaggio del Quadro della Madonna della Consolazione. È il simbolo di una città stracciona, ma che stracciona non è, in realtà. La fanno apparire così i suoi amministratori. E non mi riferisco ai commissari, che probabilmente non sapevano neanche che quel drappo doveva essere esposto, ma a chi si è occupato del cerimoniale, a chi lavora in quel Palazzo da anni, a chi doveva sapere che quel drappo andava sostituito, oppure riparato, oppure esposto dal verso opposto (ammesso che non fosse anche peggio) oppure, alla fine, meglio se non esposto. Contemporaneamente, sul Lungomare, alle 10 del mattino, l’illuminazione era accesa; parlo della parte funzionante, perché un buon 30 % delle lampade è inefficiente da tempo, senza che nessuno degli addetti ai lavori se ne preoccupi. Con le tasse comunali alla massima aliquota, con una situazione di degrado pressoché totale a causa di carenza (o meglio assenza) di fondi (eufemismo), è vergognoso dovere costatare questi sprechi. Anche qui non credo che dovessero intervenire i commissari. Ci sono dei dipendenti, funzionari o qualunque profilo rivestano, che sono sicuramente deputati al controllo su questi argomenti, e che non stanno facendo il loro lavoro. Il lavoro per cui sono pagati. Per spegnere la luce non ci vogliono denari, basta avere un dito e la voglia di farlo, anzi, di lavorare. Finché il lavoro c’è. Quel drappo sdrucito rappresenta quella parte di Reggio che, seppur minoritaria come numero, prevale come immagine. Quella dei cittadini che non fanno il loro dovere. Ma Reggio mantiene la sua dignità, nonostante ci sia un nutrito gruppo di avventurieri che tenta giornalmente di togliergliela. “A jaddina chi canta pi prima è chidda chi fici l’ovu”.

venerdì 13 settembre 2013

C'è protesta e protesta

Non ho particolare simpatia per i grillini. Ho una naturale istintiva simpatia per chi protesta senza danneggiare gli altri. I parlamentari del M5S che sono stati sanzionati dall'ufficio di Presidenza della Camera protestavano per il popolo, o almeno per quella parte di popolo che li ha eletti. Sono stati giustamente sanzionati perché avevano ragione. Il popolo ha sempre ragione. Guai però a dargliela, sarebbe un disastro. Conviene lasciare protestare le lobby, i privilegiati, quelli poi si fermano.
Di questi tempi protestare dovrebbe essere all'ordine del giorno, ma un popolo bue come quello italiano, che non ha mai fatto una rivoluzione se non pilotato da stranieri, contro cosa dovrebbe protestare? Meglio reprimere, molto meglio, prima che si svegli....  In cinque giorni accusati, processati e condannati. Potrebbero chiedere la grazia a Napolitano, oppure rivolgersi a Strasburgo, oppure minacciare di fare cadere il governo... ah, già, loro non lo sostengono, anche per questo protestano. Accusare la magistratura? Appoggiare i referendum radicali? Attaccare i giornalisti comunisti? Mah, qualcosa faranno, credo...

mercoledì 11 settembre 2013

L'onorevole Garante


La dottoressa Marilena Intrieri, detta Marilina, al momento Garante per l'infanzia della regione Calabria, ha preteso dal Prefetto di Crotone l'appellativo di "onorevole" (a lei spettante a suo dire) poiché per due anni ha ricoperto la carica di Deputato della Repubblica, dal 2006 al 2008. Con una lettera che definire scabrosa è un eufemismo ha restituito un carteggio al mittente reclamando la correzione del testo con l'inserimento del titolo di "onorevole". Premesso che per mia natura aborro i titoli nobiliari, le condizioni sociali, nonché tutto ciò che questa società che si definisce civile utilizza per distinguere l'essere umano sul piano della dignità, ricordo un episodio che a suo tempo mi colpì piacevolmente. Per motivi professionali, anni fa un "barone" vero, con tanto di stemma nobiliare e palazzotto sul Corso Garibaldi, telefonò a casa mia cercando mia moglie. "Buonasera, sono..., c'è la signora?" e disse il cognome senza titolo. Non collegai subito, mi spiegò poi mia moglie chi era. Una persona molto conosciuta in città. Beh, nel mondo allora non c'è solo superbia, pensai.... Adesso mi ritrovo a dovere sopportare l'arroganza e la boria di gente che crede di avere diritto a ossequi e riverenze solo perché in un momento fortunato (per se) della sua vita è riuscita a ricoprire per due anni una carica che qualcuno definisce "onorevole" ma che purtroppo spesso non è onorata. In un paese democratico nessuno dovrebbe potersi fregiare del titolo di onorevole, per il semplice fatto che, essendo un aggettivo qualificativo, crea una distinzione tra individui che dispregia chi il titolo non ce l'ha. Mi spiego meglio: se tra due individui che si trovano insieme solo uno dei due viene chiamato "onorevole", la logica conseguenza è che l'altro "onorevole" non è. Cioè sarebbe "disonorevole". Qualcuno spieghi alla signora dottoressa Intrieri che l'onorabilità è conseguenza del comportamento reale, in qualunque campo della vita, dal primo all'ultimo giorno di vita. 

giovedì 5 settembre 2013

Il verde urbano è un'opinione.



Sul Viale Europa, dopo avere ridipinto finalmente le strisce pedonali, cosa che avviene più o meno ogni due o tre anni, sarebbe stato troppo eliminare la vegetazione spontanea che infesta i marciapiedi, che in questo specifico caso tra l'altro rende l'attraversamento pedonale pericolosissimo, visto che nasconde il pedone alla vista degli automobilisti. Del resto dagli ultimi dati diffusi Reggio Calabria sarebbe la città con più verde urbano a disposizione per abitante tra le grandi: ben102 metri quadrati per abitante. Arriveremo al punto in cui per girare in città dovremo fornirci di machete?