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"passo la vita fuggendo dalla mia ignoranza"
NON CAPISCO...E NON MI ADEGUO!!!
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sabato 28 dicembre 2013
sabato 21 dicembre 2013
Rateizzato il pagamento della Tares? Ma ci volete prendere in giro a tutti i costi?
Appena ho ricevuto la notifica della tassa, il 19 dicembre, mi sono
logicamente chiesto quale fosse la scadenza dei termini, oltre che maledire per
l’ennesima volta coloro i quali, palesi o occulti, sono i responsabili di
questo sfascio e della deriva conseguente. Girando e rigirando la lettera
allegata ho trovato alla fine il dato che mi serviva: in calce alla lettera
nella sezione come e dove pagare, la data: entro il 20 dicembre 2013.
Ennesima maledizione inviata e compilazione online del modello F24, per evitare
di incorrere nelle sopratasse per tardato pagamento. Se affermassi che la Tares
ha messo a terra le mie risorse economiche commetterei un’infamia, mi posso per
fortuna permettere di sprecare la cifra richiesta dal Comune, anche se non
rinuncio a reclamarla indietro qualora ce ne sia la condizione, visto che le
mie entrate economiche consistono solo ed esclusivamente nel frutto del mio
lavoro; mi domando però cosa avranno pensato quelli che come me hanno ricevuto
la notifica il giorno prima della scadenza del termine riportato sulla lettera
ma non hanno la disponibilità economica di pagare. Molti non avranno pagato, altri
avranno dato fondo alle poche risorse per paura di sanzioni, pignoramenti, o
semplicemente per forma mentis. Poi, a seguito delle pressioni mediatiche, per
la verità più forti sui social che sui media, la Commissione ha graziato i
cittadini, dilazionando in tre rate il pagamento, posticipando anche il termine
della prima rata. Peccato che lo abbia fatto dopo che ormai il termine
riportato sulla lettere era scaduto, il pomeriggio del 20, e peccato ancora, e
soprattutto vergogna! vergogna! vergogna! che nella comunicazione ai media si
affermi che il pagamento in una unica soluzione era già previsto al 31 dicembre. Oppure vergogna! vergogna!
vergogna! per non avere riportato sulla lettera la vera data di scadenza
ingannando i contribuenti. Per finire vergogna! vergogna! vergogna! agli organi
di stampa che hanno ripreso la nota di Palazzo San Giorgio pedissequamente
senza evidenziare la macroscopica incongruenza di date e l’ennesima
dimostrazione di inefficienza ed incapacità della macchina amministrativa
comunale, che, badate bene, non corrisponde esattamente ai Commissari, bensì
all’organico dirigenziale ed impiegatizio composto da reggini che si suppone
ricevano le notifiche come tutti gli altri. Sui vari politici lanciati verso
ipotetiche poltrone a sindaco e/o altre cariche comunali, che hanno tuonato
contro la tassa e poi hanno sbandierato la rateizzazione come una prima vittoria
senza accorgersi dell’ennesima presa in giro ai cittadini, non penso ci sia da
fare commenti, se non che non potrebbero evitare di rendersi ridicoli.
domenica 15 dicembre 2013
Reggio spennata e bidonata
Dopo
il drappo sdrucito, anche l’albero di Natale spennato e bidonato. Oramai non
c’è più una giustificazione al comportamento approssimativo e pressappochista
dei nostri amministratori. In pieno centro e con due webcam puntate contro
hanno fatto piazzare un monumento alla miseria degno della peggiore bidonville
mondiale. Credo che questa amministrazione per quanto provvisoria e per
quanto “forestiera” abbia il dovere di
mettere molto più impegno nel rappresentare la città, negli atti, nei fatti, e
nell’immagine. Al momento il bilancio è
negativo, ed i sei mesi di commissariamento in proroga che sono stati chiesti
non promettono niente di buono anche per Pasqua. Chissà, magari metteranno un
bell’uovo di struzzo in bella vista a Palazzo san Giorgio.
A Bologna hanno scoperto la solidarietà. Ma a compartimenti stagni.
Via Fondazza, a Bologna, è la prima social street italiana. Il
periodico Oggi, nella sua versione online esalta la notizia. In cosa consiste?
Un giovane residente (evidentemente mai venuto al sud) ha avuto una “intuizione
geniale”, ha creato una pagina su Facebook dedicata ai suoi vicini di casa: «Mi
ero accorto che, dopo tre anni, eccetto qualche negoziante, non conoscevo
nessuno dei vicini», racconta Federico, 36 anni. «Ai primi di settembre, ho
creato un gruppo su Facebook e ho affisso sotto i portici volantini con
l’invito ad aderire. La risposta mi ha sorpreso: una valanga. Aspettavo venti
adesioni, in tre settimane eravamo cento; adesso siamo 500. Volevo soprattutto
trovare coetanei di mio figlio Matteo, 2 anni e mezzo. Ma i fondazziani mi
hanno travolto. L’idea di
trasferire l’amicizia virtuale nella vita reale si è fatta largo rapidamente.
Ci siamo dati appuntamento di domenica mattina, nella piazza più vicina, per
guardarci in faccia». “Dagli incontri in piazza sono nate belle abitudini, il
caffè assieme la mattina, le feste di compleanno nel bar sotto casa, i tanti
progetti per il futuro” scrive soddisfatto il giornalista di Oggi. Hanno scoperto la solidarietà, la comunione di interessi,
l’aiuto reciproco, ed è una notizia. A Bologna, è una notizia. C’è voluta la
crisi, per umanizzare dal punto di vista sociale un pezzetto del nord egoista
per opportunità e natura. Non nascondo che la cosa mi abbia fatto piacere, sono
andato a visitare la pagina di via Fondazza. Purtroppo è un gruppo chiuso, non
c’è la possibilità di vedere i post. Pretendevo troppo, evidentemente. Chissà
come hanno delimitato i confini stradali.
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