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martedì 7 ottobre 2014

Sentinelle in piedi, ma non leggono.


Ma Alessandro Manzoni non sembra d'accordo
Il video di presentazione delle "Sentinelle in piedi", visionabile su Youtube all'indirizzo http://youtu.be/urcbxNgyKg4 è la carta d'identità ufficiale del movimento, almeno credo, visto che titola "CHI SIAMO". Alcuni attivisti intervistati espongono le motivazioni della loro azione.
 "Le sentinelle in piedi scendono in piazza per affermare la libertà di espressione che ritengono essere lesa dalla proposta di legge Scalfarotto"..."questa legge introduce il reato di opinione, omofobia potrebbe sere interpretato il fatto che io domani ai miei figli dirò che un bambino per crescere sano deve crescere con una mamma e un papà; io potrei andare in galera per questo". Questo dicono le "sentinelle" intervistate nel video, evidentemente prese ad esempio idoneo a rappresentare il movimento. È fuori discussione quindi che l'argomentazione ufficiale sia la (presunta) possibilità che una semplice opinione espressa in un contesto familiare diventi automaticamente un reato punibile penalmente. Peccato (per loro) che non sia così, ma soprattutto peccato (per loro) che sia talmente facile dimostrarlo che il fatto che lo sostengano comporta automaticamente che non abbiano nemmeno letto il testo della legge e le modifiche proposte. Parlo dei militanti, quelli che "stanno in piedi tenendo in mano un libro guardando tutti nella stessa direzione". Non certo dei promotori, che sanno bene di cosa si tratti, invece. Tra le modifiche tanto criticate c'è l'articolo 3bis che dovrebbe, per chi lo voglia fare naturalmente, troncare di netto qualsiasi polemica:
-Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente ovvero anche se assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni.-
Sarebbe chiaro, per chi volesse intendere. Ma evidentemente non lo è. Visto che ormai l'interpretazione personale di un testo, un evento, un'azione è abitudine comune, voglio applicare al loro comportamento "coreografico" la mia interpretazione. Si chiamano sentinelle. La sentinella è per antonomasia il soldato ligio al dovere, quello che vigila mentre gli altri dormono pronto a dare l'allarme ed essere il primo baluardo a difesa. Di chi? Dei suoi compagni, della struttura di cui è messa a guardia. Contro chi? Contro chi mette in pericolo i suoi compagni o la struttura di cui è messa a guardia. Ha poco margine di valutazione: sei un amico? Dimostramelo con la parola d'ordine. Non la sai? Fermo o o sparo! Non ti fermi: sparo in aria! Non ti fermi: ti sparo addosso! Contemporaneamente do l'allarme. Cosa diversa dalla vedetta, che deve solo avvistare qualcuno e comunicare l'avvistamento. La sentinella è un militare, fa la guerra. Chiamarsi sentinella, quindi, ha un senso. Deve avere un senso, se chi usa questa parola per autodefinirsi lo fa in un contesto intellettuale, o comunque per sostenere argomentazioni frutto di ragionamenti articolati. Così come deve avere un senso la coreografia usata per proporsi in pubblico. Tutti fermi, immobili a leggere un libro. Che contrasto con la vitalità, con i colori, con la musica, con l'allegria sempre presenti nelle manifestazioni gay. Loro, le sentinelle, sono altri, sono l'opposto, sono la cultura, hanno i libri. Leggono libri, che non leggano i testi che contestano non ha importanza. Abbiano il coraggio di dire la verità, questi signori, nessuno li fucilerà alla schiena. Nè, tanto meno, saranno accusati di reato d'opinione o discriminazione, o altre pratiche orrende e/o perverse. Ce l'hanno con gli omosessuali. Operano affinché non siano legittime le multiformi identità e preferenze sessuali, affinché non si mettano in discussione modelli sociali stereotipati, affinchè venga difeso lo status quo come strumento di controllo sociale. E fin qui ci siamo, nel senso che non c'è niente di nuovo. Quello che non capisco è perché non lo dicono ufficialmente, e si nascondono dietro un dito. Trasparente.

Alessandro Manzoni (nella foto) non sembra essere d'accordo con tutti quei "lettori di libri che guardano nella stessa direzione": guarda sconsolato da un'altra parte.









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