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mercoledì 23 febbraio 2011

Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria: Annullato dal Giudice del lavoro il concorso per le mansioni di Coordinatore Infermieristico. Chi paga i danni?

Nuccio Azzarà e l'avvocato Angela Gaetano
Conferenza stampa della UIL-FPL tenutasi  ieri  22 febbraio presso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria per illustrare la sentenza di annullamento del concorso interno per le mansioni di Coordinatore Infermieristico (Caposala) ottenuta da un gruppo di partecipanti all’accertamento professionale patrocinati dal sindacato. Il segretario provinciale Nuccio Azzarà ha definito la sentenza “coraggiosa” con l’affermazione della legalità e del merito all'interno dell'Azienda Ospedaliera. “La storia inizia nei primi mesi del 2010 con la gestione Santagati-D'Ascola-Mannino, tramite un bando di concorso interno per l'assegnazione di dodici posti per Coordinatore Infermieristico. In molti reparti, da tempo, infermieri professionali svolgevano tale ruolo senza averne avuto ufficialmente l'incarico, quindi non potendo rispondere qualitativamente al meglio ai compiti loro assegnati, pur con il massimo impegno profuso”-ha dichiarato Azzarà. Lo svolgimento e soprattutto l’esito delle prove di esame ha manifestato, a parere del sindacato UIL-FPL e degli infermieri ricorrenti, numerosi aspetti di irregolarità e mancanza di trasparenza, e per tale motivo la UIL-FPL ha  aperto una  vertenza sindacale che è iniziata con una prima azione di protesta culminata con l’occupazione dei locali della Direzione Generale su cui gli organi di informazione hanno dato al tempo ampio risalto, anche a causa di alcuni spiacevoli episodi avvenuti. In quell’occasione, infatti, il fronte sindacale si è  trovato spaccato in due, con uno dei sindacati confederali addirittura su entrambe le posizioni. Infatti, mentre la UIL-FPL e una componente della CGIL-FP  appoggiavano apertamente l’iniziativa, la CGIL provinciale si dissociava; addirittura la FIALS, la CISL-FP ed FSI con un comunicato stampa  a firma del segretario provinciale FIALS Bruno Ferraro, del segretario provinciale CISL-FP Domenico Serranò e del segretario territoriale FSI Santo Laganà stigmatizzavano duramente l’iniziativa, invitando il Direttore Generale dott. Santagati a “…procedere  senza indugio alle nomine dei coordinatori infermieristici nell’ambito dei posti disponibili in pianta organica senza curarsi dei Masaniello di turno i quali invece di attuare tensioni  tra i dipendenti e proclamare proteste inutili possono attivare  i  mezzi di tutela giudiziaria previsti dalla legge”. A tal proposito giova precisare che i ricorrenti hanno adito le vie legali a seguito del rigetto dei reclami “interni” presentati durante la protesta. In definitiva, sembra che chi di dovere (la vecchia gestione aziendale), anche evidentemente sollecitato dal parere positivo di alcuni sindacati (FIALS, CISL-FP ed FSI), abbia preferito rilanciare causando il ricorso all’Autorità Giudiziaria di cui diamo notizia oggi. Alla fine dell’iter il Tribunale ha accolto il ricorso degli infermieri annullando il concorso ed imponendo all’Azienda Ospedaliera di distogliere dalle mansioni gli ex-vincitori, che nel frattempo erano stati ufficialmente nominati; e l’ulteriore appello avverso la sentenza presentato dagli ex-vincitori è stato respinto nella sua totalità, con il Collegio giudicante che ha bocciato punto per punto tutte le presunte ragioni degli ex-vincitori. L'avvocato della UIL-FPL Angela Gaetano, che ha tutelato in tribunale i ricorrenti vincitori del ricorso, ha spiegato gli aspetti giuridici della vertenza: “Era decisivo far valere i principi poichè la violazione delle regole e la mancanza di trasparenza erano evidenti. Impugnare la selezione interna di dodici capisala significava mettersi contro poteri forti, ma le regole del gioco erano state falsate, cosa non accettabile. Alla fine la nostra strategia difensiva ha prevalso. Abbiamo dimostrato che i soggetti che componevano la sezione esaminatrice non erano imparziali, gli indici sintomatici erano chiari. L'articolo 35 del testo unico sul pubblico impiego afferma che gli esaminatori devono essere estranei all'amministrazione interna e che non devono far parte di sigle sindacali. Il dottor Federico e l'avv. Rabotti, parti della commissione, con la loro presenza violavano rispettivamente il primo ed il secondo requisito previsto dalla legge. Ed infatti i magistrati hanno riconosciuto la nostra vittoria sia con l'ordinanza cautelare di primo grado sia con il rigetto del ricorso in secondo grado. I principi costituzionali della meritocrazia sono stati garantiti in un settore, quello sanitario, dove soltanto persone competenti possono svolgere rilevanti incarichi in reparti nevralgici dell'ospedale. Adesso l'azienda dovrà annullare la selezione rinnovandola con criteri legali, nel frattempo reintegrando ai loro incarichi precedenti questi pseudo-vincitori”. Da questa vicenda emblematica, al di là dell’influenza che gli esiti avranno sui singoli, benefica o  nefasta, non possiamo esimerci dal fare una riflessione sui costi che derivano: tempi  per  la copertura dei posti vacanti aumentati a dismisura con danni all’efficienza delle strutture ospedaliere e ripercussioni quindi sull’utilizzatore finale, il malato. Spese legali a carico dell’Azienda Ospedaliera. Costi raddoppiati per l’espletamento del nuovo accertamento professionale. Dal punto di vista della gestione economica non si può dire che la vicenda sia da prendere come buon esempio. Vista la particolare attenzione che sembra esserci al momento da parte della politica  calabrese sul settore sanità, sugli sprechi in particolare, ma anche su tanti altri presunti casi di irregolarità ci auguriamo che le autorità preposte al controllo della materia intervengano nel merito con solerzia individuando, se ci sono, le  responsabilità e ponendo le basi affinché casi del genere non si verifichino in futuro.

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