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domenica 8 novembre 2009

IL PROGETTO ESECUTIVO DEL PONTE SULLO STRETTO





COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
Esito della seduta del 6 novembre 2009
Su proposta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Comitato ha:
…..omissis…
determinato la 1^ quota annua del contributo in conto impianti di 1.300 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo Infrastrutture ai sensi dell’art.4 c.4quater del D.L. n. 78/2009 e preso atto della Relazione sulle attività svolte dal Commissario straordinario del Ponte sullo Stretto di Messina ai sensi del medesimo articolo……omissis…


E’ notizia di ieri che il CIPE ha approvato la spesa di 1,3 miliardi di euro per la progettazione del ponte sullo stretto di Messina. E io mi domando come si fa a continuare a sostenere tutto ed il contrario di tutto su questo argomento. Il CIPE è il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, e non può certo programmare l’economia dei privati; quindi i soldi stanziati sono pubblici. Ma fin qui poco male, perché non credo che sarebbe sostenibile pensare che i capitali impegnati possano essere interamente di investitori privati. Il bello è che con la delibera del CIPE si è dato il via alla “progettazione esecutiva del ponte”! Infatti il progetto esecutivo del ponte ancora non esiste, come è stato denunciato più volte. Ma in cosa consiste il progetto esecutivo?
Il progetto esecutivo rappresenta una delle fasi della progettazione nell'ambito dell'ingegneria civile, ed in particolare è la terza ed ultima delle fasi in cui è comunemente suddiviso un progetto e la sua stesura. Esso rappresenta l'ingegnerizzazione di tutti gli interventi previsti nelle precedenti fasi di progettazione in ogni particolare, rappresentando così la fase tecnicamente più definita dell'intera progettazione. Da esso risulta esclusa solo la progettazione del cantiere e delle relative opere provvisorie. Il progetto esecutivo è redatto sulla base delle direttive fornite dal progetto definitivo e si compone dei seguenti elementi:
* una relazione generale;
* le relazioni specialistiche;
* gli elaborati grafici, anche quelli relativi alle strutture, agli impianti ed alle opere di risanamento ambientale;
* i calcoli esecutivi delle strutture e degli impianti;
* i piani di manutenzione dell'opera nel suo complesso e nelle parti di cui è composto;
* i piani di sicurezza e coordinamento;
* il computo metrico estimativo definitivo ed il quadro economico;
* il cronoprogramma dei lavori;
* elenco dei prezzi unitari ed eventuali analisi;
* il quadro dell'incidenza di manodopera per le diverse categorie di cui si compone la lavorazione;
* lo schema di contratto ed un capitolato speciale d'appalto.
(Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.)


Vediamo quindi che tra gli elementi che devono essere definiti nel progetto esecutivo vi sono il computo metrico estimativo definitivo, il quadro economico, l’elenco dei prezzi unitari ed il cronoprogramma dei lavori. In definitiva, una valutazione reale dei tempi e dei costi. Ne deriva che fino ad oggi i nostri governanti ci hanno propinato balle, visto che i dati definitivi saranno sicuramente molto più corposi rispetto a quelli ipotizzati, ed avranno valore effettivo per il solo primo anno, calcolando gli altri 5 anni su proiezioni teoriche (basti pensare all’aumento del costo dell’acciaio negli ultimi cinque anni); senza contare che da conteggi sommari, il solo costo delle manodopera impegnata dichiarata (40.000 operai) per il tempo presunto (6 anni) dovrebbe assorbire circa il 70% del costo totale dell’opera di 6,1 miliardi di euro (costo sempre dichiarato fin dal 2002, sia chiaro) e non credo proprio che con il rimanente 30% si possa pagare il materiale. A questo punto dovremmo decidere se classificare i nostri attuali governanti come enormi incompetenti in materia oppure come immensi delinquenti consapevoli del disastro verso cui ci stanno portando. Fate voi, io la mia opinione ce l’ho. Quello che però più di tutto m’indispone, in questa faccenda, è il comportamento di certa stampa. Esistono da sempre due linee ben decise su quest’argomento, una favorevole ed una contraria alla costruzione del ponte; la differenza sta nel comportamento: mentre i favorevoli al ponte sostengono “a prescindere” la positività dell’opera senza minimamente analizzare i dati diffusi dal governo, i contrari supportano la loro opinione con dati alternativi, perizie, opinioni di tecnici qualificati e ragionamenti articolati. In definitiva ad “…il ponte si può fare e si deve fare perché lo diciamo noi…”, si contrappone “…il ponte è inutile e dannoso perché lo dice la logica secondo questi dati….”; più o meno, semplificando, è sempre stato così. La cosa che mi indispone, dicevo, è che quei giornali che fino ad oggi hanno incensato i dati del governo senza controllarli (come si è visto non è difficile avere dubbi su quei dati, anche non essendo un tecnico del settore) neanche adesso che viene fuori che non esiste un progetto esecutivo, fanno una piega. A questo punto non si può più parlare di opinione, perché l’opinione è qualcosa che viene fuori da un ragionamento, si suppone. Ritengo che sia più appropriato parlare di verità assoluta da accettare per fede (scrivo fede minuscolo, ma pensandoci bene la parola starebbe bene anche con l’iniziale maiuscola).

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