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giovedì 26 novembre 2009

Ponte sullo stretto: Comitati...concomitanti con le elezioni.


(foto da http://torredelfaro.wordpress.com/)

E' notizia di oggi:
-Nasce il Comitato “Ponte subito”: un movimento composto da quei reggini, messinesi, siciliani e calabresi che vogliono sostenere con forza e convinzione la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.-
Peccato che con le motivazioni addotte il comitato in questione non fa altro che confermare il fatto che motivazioni reali non ce ne sono (di quelle positive per le due regioni, intendo). Leggendo il comunicato stampa mi rendo sempre di più conto dell’inutilità di quest’opera mastodontica, di cui rimane dubbia sia la possibilità di realizzazione nei termini tanto declamati, che la vera entità dei costi e dei tempi di costruzione.
-Il 23 dicembre a Cannitello inizieranno i lavori preliminari per l’eliminazione delle interferenze alla costruzione del Ponte, e sarà il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a tagliare il nastro del cantiere di Cannitello. Poi, nei primi mesi del 2010, toccherà al Messinese con i primi lavori tra la città e la sua periferia settentrionale finché, a giugno 2010, con la presentazione del progetto esecutivo del Ponte, potrà finalmente iniziare l’iter dei lavori del tanto atteso collegamento stabile tra Sicilia e Calabria.-
Ormai lo sanno tutti che la variante di Cannitello è stata deliberata nel marzo 2006 e non è opera legata alla costruzione del ponte sullo stretto ma necessaria per il miglioramento del tracciato ferroviario ai fini del trasporto regionale; tant’è che la spesa per la variante non è compresa in quel 1,3 miliardi di euro stanziati “per il ponte”. La precisazione che a tagliare il nastro ci sarà Berlusconi (presenza superflua ed ininfluente al buon esito del taglio!) è palese dimostrazione della natura propagandistica dell’annuncio a fini elettorali.
-Il Ponte, come rileva Giuseppe Zamberletti, padre della Protezione Civile italiana e Presidente del CdA della Stretto di Messina Spa, “è particolarmente strategico per il Sud perché, con il completamento del programma di alta velocità, il Mezzogiorno sarà collegato con il sistema ferroviario europeo rappresentando così un importante fattore di sviluppo per tutte le regioni meridionali”. La vera novità del Ponte, dichiara ancora Zamberletti, “è che si tratta di un ponte ferroviario, e non solo stradale, che permetterà ai porti siciliani di diventare porti europei strategici con un grande vantaggio per quanto riguarda i costi di trasporto delle merci. Le merci in partenza dalla Germania e dirette verso l'Oriente, ad esempio, guadagnerebbero cinque - sei giorni di navigazione se dopo un transito in treno venissero imbarcati in Sicilia”.-
Per completare il programma “alta velocità” ci vuole il ponte sullo stretto? Peccato che al momento l’alta velocità termini a Napoli, e che per l’orario invernale Trenitalia intenda anche tagliare i pochi Eurostar che terminano la corsa (a velocità normale, non alta) a Reggio Calabria, limitandoli a Lamezia Terme. Sul fatto che il ponte non sarà anche ferroviario i dubbi rasentano la certezza se basati sulle esperienze reali: l’unico ponte esistente che si possa (molto lontanamente) paragonare a quello sullo stretto era stato progettato per il transito dei treni ma la corsia ferroviaria è stata soppressa in corso d’opera perché risultata irrealizzabile a causa del fenomeno del “galloping”, si tratta del ponte sospeso a tre luci giapponese di Akashi-Kaikyō. Pittoresca la considerazione sui tempi di percorrenza per le merci provenienti dalla Germania e dirette in oriente: se ricordo bene da reminiscenze scolastiche l’oriente è ad est, o no? E la Calabria è più ad est della Sicilia, o no? Ed in Calabria c’è un porto (Gioia Tauro) che è classificato tra i più importanti del mondo ed il più grande d’Europa, o no ? E allora che senso avrebbe aumentare (non accorciare di cinque o sei giorni) le percorrenze delle merci imbarcandole in Sicilia? Su questa dichiarazione ufficiale d’intento di affossare il porto di Gioia Tauro a vantaggio dei porti siciliani c’è molto da riflettere, considerando gli attuali schieramenti politici e gli apporti in termini elettorali che i due schieramenti vantano nelle due regioni.
-Il professor Bruno Sergi, titolare della cattedra di Economia Internazionale della facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Messina è uno dei fondatori del Comitato ‘Ponte Subito’ e interviene dall’European Trade Union Institute di Bruxelles.: “La portata economica del Ponte – dichiara il professore dell’ateneo Messinese - deve portarci a considerarlo come strumento di crescita di tutta l’area dello Stretto e del mezzogiorno, come vero e proprio volano con un ritorno economico, sociale, culturale e turistico che è a dir poco enorme e incalcolabile. L’indotto che il nostro territorio potrebbe avere non si ferma certo al Ponte in sé. Il ponte non deve necessariamente autofinanziarsi. Diventerebbe famoso e conosciuto nel mondo molto più della Tour Eiffel, molto più del Ponte di Brooklyn e del Tower Bridge londinese. Milioni di persone arriverebbero nello Stretto per visitare e fotografare il Ponte più grande e lungo del mondo, e con questa scusa scoprirebbero tutti gli altri tesori del territorio dello Stretto in primis, e di Calabria e Sicilia in secundis che dobbiamo essere altrettanto bravi a valorizzare. L’indotto che ne ricaveremmo sarebbe tale da garantire lavoro, benessere e ricchezza a questo territorio oggi economicamente depresso, che deve puntare sul turismo per rialzarsi. Inoltre – continua il professore Sergi - decine di migliaia di persone, da manovali a eccellenze di qualità, troverebbero lavoro facilmente in un periodo di crisi internazionale. E, oltre ai circa dodicimila operai che per sei anni lavoreranno alla costruzione dell’opera, altri due/tre mila tecnici specializzati (e nel posto ne abbiamo tante, di eccellenze sfornate dalle nostre università!) troverebbero un posto di lavoro nel territorio in cui sono nati a tempo indeterminato. Scusate se è poco”.-
Sul ritorno economico dell’opera a favore delle regioni interessate ho già detto la mia opinione e la ripeto: quasi zero se rapportato ai lati negativi. Che il ponte se costruito (speriamo di no) sarà famoso in tutto il mondo non ci sono dubbi; non credo invece che ci siano persone che vanno a Parigi esclusivamente a vedere la Torre Eiffel, oppure a Londra solo per vedere il Tower Bridge, o a New York per il Ponte di Brooklyn. Il ponte sullo stretto sarebbe inserito in percorsi turistici prevalentemente in crociere dove gli introiti derivanti andrebbero a finire nelle tasche delle società di navigazione. Bello il passaggio sull’occupazione: prima decine di migliaia di persone troveranno lavoro, poi le decine di migliaia diventano quindicimila tra operai e tecnici specializzati (una decina di migliaia, quindi). Il bello è che altri grandi propagandisti del ponte parlavano di 40.000 posti di lavoro (ma qui devono avere fatto marcia indietro quando si sono accorti che i conti non tornano: i costi della manodopera assorbirebbero quasi tutti i 6 miliardi spacciati per il costo del ponte e non rimarrebbero fondi per il materiale!) Ma i nostri disoccupati hanno le referenze necessarie per operare in cantieri del livello di cui si parla? I nostri ragazzi appena usciti da scuola pur se bravi e volenterosi saranno competitivi con i tecnici “veterani” provenienti dal resto d’Europa ed in possesso di esperienze documentate sulla materia? Chiaramente e logicamente no! Chi potrà imporre alle ditte costruttrici di assumere manodopera inesperta a fronte di altra con ben altri requisiti? Tra i tecnici qualificati di calabresi e siciliani ce ne saranno sicuramente, ci mancherebbe altro, ma le attuali norme non permetteranno discriminazioni sui cittadini europei, e probabilmente i soggetti privati fornitori dei capitali (stranieri) avanzeranno le loro (comprensibili) pretese in termini di impiego di loro operai, magari in esubero in altri cantieri nel mondo.
- Anche Massimiliano Ferrara, presidente del corso di laurea in Scienze economiche dell’Università ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria, pro-rettore dell’Università per Stranieri ‘Dante Alighieri’ di Reggio Calabria e membro dell’Advisory Committee of the Indian Academy of Mathematics, sostiene fortemente la realizzazione della Grande Opera dello Stretto: “il Ponte – dice il professore - ha una grande ricettività turistica, e rappresenta un episodio unico e straordinario, quantitativamente e storicamente, dell’erogazione di spesa pubblica. E’ quello ‘shock’ economico che serve per dare linfa importante al territorio, che è chiamato a creare un indotto intorno alla realizzazione di questa grande opera. Certamente i tantissimi turisti attirati dal Ponte, non vengono a vedere il Ponte, fare una foto e andare subito via, anzi … il Ponte è un’attrazione moderna in un territorio dal grande background storico, artistico, monumentale e culturale. Quindi se i reggini e i messinesi sapranno valorizzare le grandi risorse turistiche del territorio delle due città e delle due Province, i turisti avranno modo di scoprire tutti quei favolosi tesori oggi semi-sconosciuti e poco valorizzati. Il Ponte fornirebbe al territorio dello Stretto quella svolta economica che serve a Reggio e Messina per crescere e svilupparsi. L'opera,unica nel suo genere,sarebbe un grande stimolo per l'area dello Stretto e rappresenterebbe una grande opportunità per tutti i settori, non solo per quello edilizio e turistico, ma anche per quello della formazione e dell’università. L’approccio del territorio – conclude il prof. Ferrara - dev’essere quello della progettualità, non quello della critica aprioristica. Le barricate, ideologiche e non solo, non servono a nulla e non fanno altro che posticipare il problema e prolungare i tempi per la realizzazione dell’opera”.
Ma è possibile che un territorio come l'antica Magna Grecia abbia bisogno di un mostro di ferro per essere visitato? Sono altre le iniziative che occorrono per rendere appetibile turisticamente il nostro territorio e occorre investire per valorizzare quello che già abbiamo: lo stretto di Messina, per esempio, è favoloso senza ponte!

I capoversi in corsivo compresi tra i trattini sono estratti da Strill.it

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