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sabato 17 ottobre 2009
MA IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA E’ VERAMENTE NECESSARIO? O MEGLIO, E’ VERAMENTE NECESSARIO ED URGENTE?
Premessa:
“Il progetto attuale dell'opera è stato già appaltato per un costo di circa 3,88 miliardi di Euro. Esso prevede il collegamento stabile tra Cannitello in Calabria e Ganzirri in Sicilia mediante la realizzazione di un ponte sospeso con sei corsie di traffico stradale e due binari di traffico ferroviario di 3.666 m di lunghezza complessiva. La campata centrale del ponte misurerebbe 3.300 m e i due piloni alti 398 m (376 m s.l.m.) posti sulle sponde in una zona sismica supererebbero il record mondiale attuale di altezza detenuto dal Viadotto di Millau in Francia con 341 metri. L'impalcato del ponte sarà sospeso a quattro cavi d'acciaio del diametro di 1,24 metri e della lunghezza di 5.300 metri. Il progetto prevede che l'opera resista senza danni strutturali a sollecitazioni sismiche fino a magnitudo 7,1 (esattamente pari a quello del Terremoto di Messina del 1908). Gli abbassamenti verticali dell'impalcato nella condizione più sfavorevole ( quattro treni simultaneamente presenti sul ponte) sono stati calcolati in 15 m (a un quarto della luce) e un concomitante innalzamento di 7 m ai tre quarti della luce, con dislivello verticale totale di 22 m pari a 1/150 della luce e corrispondenti pendenze longitudinali del 2%. La capacità di smaltimento del traffico è stata calcolata in circa 6.000 - 9.000 automezzi all'ora e 200 treni al giorno. I lavori per la costruzione del ponte includono, ovviamente, la realizzazione di collegamenti con le esistenti strutture viarie e ferroviarie, ovvero l'Autostrada Salerno-Reggio Calabria, la Messina-Catania, la Messina-Palermo e la ferrovia ad Alta Capacità che dovrebbe collegare in futuro Napoli e Reggio C. con un prolungamento fino a Palermo. L'opera, se realizzata secondo il progetto attuale, supererebbe di gran lunga tutti i record mondiali per i ponti sospesi, infatti il record attuale (2008) per la maggiore luce libera scavalcata spetta al ponte sospeso a tre luci giapponese di Akashi-Kaikyō. Esso è un ponte stradale a tre corsie per ogni senso di marcia; la sede ferroviaria, inizialmente prevista, fu abolita in fase di costruzione perché la lunga campata soffre di oscillazioni sotto la forza del vento trasversale e non c'è sicurezza sufficiente per i binari (problema del galloping): altezza di 283 m, lunghezza 3.911 m con una campata centrale di 1.991m (pari al 60,33% di quella prevista per il ponte di Messina). Il record mondiale attuale della maggiore luce libera scavalcata per un ponte stradale e ferroviario spetta invece al ponte sospeso cinese Tsing Ma Bridge, in Hong Kong, che scavalca una luce centrale di 1.377 metri (pari al 42% di quella prevista per il ponte di Messina), con piloni alti 206 metri. Esso è il settimo ponte sospeso per luce libera del mondo ma è il primo capace di sopportare sei corsie di traffico stradale e due binari di traffico ferroviario. La campata record del ponte italiano supererebbe quindi del 65,74% la più lunga luce, solo stradale, mai realizzata finora, mentre rispetto al più grande ponte stradale e ferroviario fino ad ora realizzato essa comporterebbe un "salto tecnico" più che doppio.” (Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.)
-Non ci sono dubbi sul fatto che l’opera rientri nelle capacità della nostra ingegneria. I dubbi che esistono e che non si possono ignorare sono sui tempi di realizzazione e soprattutto sulla reale utilità dell’opera. Per meglio dire sul reale miglioramento di “prestazione resa” dalla nuova infrastruttura rispetto all’attuale sistema di collegamento via mare. I tempi di realizzazione sono stati calcolati sicuramente in modo empirico, visto che non esistono precedenti paragonabili in materia. Le opere già realizzate che sono state prese ad esempio presentano più o meno il 50% di similitudine con il ponte sullo stretto, per dimensione e problematiche connesse al territorio; pertanto, essendo empirico il calcolo dei tempi, non può essere che empirico anche il calcolo dei costi di realizzazione. Il tempo come è noto influisce in modo essenziale sui costi di realizzazione di qualsiasi opera, ed in modo proporzionale alla grandezza dell’opera stessa. Ragionando sul miglioramento di prestazione resa dal ponte rispetto al collegamento navale, ritengo che i dati sopra esposti parlino da soli: capacità di smaltimento del traffico di 6000/9000 veicoli l’ora vuol dire al minimo 120.000 veicoli al giorno, calcolando 6000 veicoli l’ora per 20 ore considerando una chiusura media di 4 ore al giorno per vari motivi. Considerando due passeggeri a veicolo (più della metà dovrebbero essere Tir e simili) dovrebbero transitare al giorno sulla sede stradale del ponte 240.000 persone e 120.000 veicoli. Questo prendendo ad esempio i valori minimi dei dati tecnici; in caso di aumento di afflusso il ponte sarebbe in grado di aumentare del 50% la propria capacità passando da 6000 a 9000 veicoli/ora. Considerando che i pendolari tra Reggio Calabria e Messina sarebbero penalizzati rispetto ad un ottimale collegamento navale perché si troverebbero a dover percorrere circa 50 KM in macchina (a bassa velocità) per andare da una città all’altra, che inoltre per gli spostamenti nord/sud e viceversa molti utilizzano la nave (Genova – Palermo) o l’aereo e continueranno a farlo per vari motivi, e che quindi molto probabilmente la nuova struttura non apporterà un epocale aumento di traffico passeggeri come si vuole far credere, mi domando dove si troveranno tutti questi utenti che con il loro utilizzo del ponte faranno in modo che l’opera si riveli utile, quando dai dati attuali il flusso passeggeri risulta poco più del 10% rispetto a quello previsto. Assodato che la prestazione resa (teorica) aumenterebbe in modo enorme, vorrei capire come si pensa di fare aumentare la relativa richiesta. In altre parole, non si può pensare che, costruendo il ponte, improvvisamente la gente si metterà ad andare avanti e indietro tra Sicilia e continente senza un vero motivo. Altro problema non meno importante è quello delle infrastrutture collegate: non credo che le strade/autostrade che riceveranno questo enorme (ipotetico) flusso di mezzi saranno in grado di smaltirlo, visto che spesso non ce la fanno neanche ora con il 10% di transiti. Passando ai 200 treni previsti suppongo che si preveda un aumento dei treni merci rispetto ad oggi (anche se non vedo purtroppo i presupposti) visto che per i motivi già esposti escluderei un aumento di passeggeri. Dalla non ottimizzazione dei flussi di passeggeri previsti deriverà immancabilmente un deficit economico sui costi di manutenzione dell’opera, con conseguenti ulteriori spese a carico dello stato e quindi dei contribuenti. C’è chi sostiene che il ponte sullo stretto porterà vantaggi in termini di aumento di posti di lavoro: sono indiscutibili i vantaggi occupazionali per le popolazioni interessate derivanti dai cantieri che si apriranno, ma considerando che questi cantieri si dovranno pur chiudere un giorno non si può pensare che il forte decremento occupazionale che si avrà nel momento della chiusura dei cantieri potrà essere riassorbito dalle attuali realtà locali (tra l’altro se fosse come prevedono gli studi fatti, il ponte sarebbe pronto in 6/7 anni). Sarebbe più utile creare posti di lavoro per così dire più stabili, sviluppando il turismo sfruttando le bellezze naturali ed archeologiche delle regioni interessate, oltre che incrementando le attività produttive di tipo industriale ed imprenditoriale in genere. C’è chi asserisce che il ponte attrarrà anche turisti, ma anche questa affermazione mi lascia perplesso: chi vorrà mai “visitare” un ponte costruito nel 2010? Caso mai ne trarranno un vantaggio le compagnie di crociera che potranno inserire nei loro percorsi il passaggio sotto il ponte più grande del mondo, senza che per questo nelle regioni interessate resti un euro di guadagno. In definitiva, l’utilità del ponte sullo stretto è senz’altro subordinata ad una richiesta di mobilità di passeggeri e merci tra Sicilia e continente che attualmente non c’è e che non potrà mai esserci senza un aumento delle capacità produttive/occupazionali delle regioni interessate. Più logico al momento dunque, investire l’enorme disponibilità di denaro dichiarata da parte del governo nel potenziamento del collegamento navale, in infrastrutture a terra fortemente carenti in Calabria e Sicilia, ed in iniziative volte allo sviluppo turistico ed industriale delle regioni. Successivamente ad uno sviluppo vero di Sicilia e Calabria, si potrà apprezzare la reale necessità di un collegamento permanente tra Sicilia e continente.-
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mi rifaccio alle ultime tue righe, la considerazione e' giusta...te l'appoggio...
RispondiEliminaCondivido appieno la tua analisi. Aggiungo che mi sembra che, anche questa volta, nella colpevole mancanza di idee per lo sviluppo del Meridione (ricordiamo la miserevole reazione al rapporto Svimez) e nell'incapacità di immaginare una direzione in cui questo possa finalmente integrarsi al resto del paese la costruzione del ponte rappresenta come sempre la soluzione più comoda e popolare. Probabilmente la peggiore e più inutile.
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