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lunedì 1 febbraio 2010

Genere discriminatorio.


L’assessore regionale al personale della regione Calabria, Liliana Frascà, ha presentato un emendamento alla legge elettorale regionale che promuove “la differenza di genere” tra i candidati. In pratica, se ho capito bene (non ho trovato in merito informazioni più dettagliate di quelle che pubblico sotto), ci dovrebbe essere la possibilità, una volta votato un candidato di un genere (femminile o maschile) di apporre una seconda preferenza per un altro candidato ma solo se appartenente all’altro genere. Un bel modo di rimarcare concetti su presunte differenze che ormai dovrebbero essere presenti solo nei testi di biologia e nella grammatica italiana. Mentre si pensa (sbagliando di grosso) che scrivere la parola “ndrangheta” in una legge serva ad indebolirla (la ndrangheta), contemporaneamente non ci si rende conto che certe leggi per come concepite non fanno altro che riesumare concetti eliminati ormai da tanto tempo e presenti solo nella memoria di pochi nostalgici irriducibili. Come dire: chi te lo ha detto che siamo uguali, se anche la legge ci cataloga? Ormai si dovrebbe andare verso l’unificazione dei trattamenti fatta eccezione per le differenze derivanti dalle effettive condizioni fisiologiche (maternità, etc), e invece c’è chi ancora cerca di rivendicare la parità tra i sessi (che ormai c’è, è inutile negarlo) sbandierandone la differenza. Quello delle candidature femminili non è un problema di preferenze, è un problema derivante dalla mentalità interna dei partiti, tutti nessuno escluso e come al solito, non intendendo modificare i meccanismi interni, i partiti cercano di trovare pseudo-soluzioni che gli salvino la faccia. Se le donne elettrici sono più degli uomini ed invece le elette infinitamente di meno, non può ridursi tutto ad un problema di preferenze. Gli eletti devono (dovrebbero) essere realmente quelli che scaturiscono dalla volontà popolare, non quelli che vengono fuori da perversi meccanismi inventati ad hoc.

(da strill.it)
Regione: Conferenza capigruppo, nota Frascà
“Ho presentato un emendamento che prevede la doppia preferenza, un uomo ed una donna, pena l’annullamento della seconda preferenza”. E’ quanto afferma l’assessore al Personale Liliana Frascà, a margine dei lavori della Conferenza dei capigruppo in corso a Palazzo Campanella. “Questa scelta, peraltro già decisa in Campania, è coerente con l’obiettivo di promuovere la presenza delle donne nella vita politica delle Regioni. E’ giusto rimodulare una legge elettorale che non solo cancelli il listino, ma che tenga conto del dibattito che da mesi si sta facendo in Consiglio regionale e nella società civile calabrese. Fare una legge elettorale monca sarebbe sbagliato ed ancora più errato suonerebbe fare finta che le discussioni di queste settimane che hanno visto protagoniste numerose associazioni e tantissime donne, non fosse mai esistita”.

(da strill.it)

Strangio. "Approvare emendamento Frascà. in caso contrario Calabria non capirebbe"
di Giuseppe Strangio* - Voglio dire forte e chiaro che l’emendamento Frascà sulla doppia preferenza di genere merita di essere approvato “senza se e senza ma” e mi auguro che il gruppo del Pd in Consiglio regionale si esprima di conseguenza. E’ una norma che non fa male alla salute della democrazia calabrese e che non ha alcun effetto collaterale o controindicazione, se non quella di promuovere la presenza delle donne in Consiglio regionale immettendo nel sistema politico calabrese anticorpi indispensabili alla sua tenuta. E sebbene sia lodevole la mobilitazione femminile di singole, associazioni, gruppi, istituzioni, che è seguita alla bocciatura dell’emendamento Frascà in Conferenza dei gruppi consiliari, non si tratta affatto di una norma che riguarda solo le donne calabresi. E’ una regola che incide semmai sul livello di civiltà democratica e di qualità della rappresentanza nella massima assemblea elettiva della Calabria. L’emendamento Frascà, infatti, non obbliga nessuno a votare per una donna candidata nelle liste elettorali alla Regione, ma si limita ad offrire agli elettori la possibilità di esprimere due preferenze, una al maschile ed una al femminile. Non un obbligo, quindi, ma una mera possibilità in più per gli elettori. Perché non approvarla, dunque? La Calabria non capirebbe.
*Segretario provinciale Partito Democratico Rc

La doppia preferenza di genere! Questa confesso che ancora non l’avevo sentita. Ma un “essere umano” di colore, rom , lesbica, musulmana, donna, sopra i 70 anni, di sinistra, di che genere è?

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