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lunedì 15 luglio 2013

Riflessioni di un mafioso.



Mi sono sempre chiesto perché l'uomo si lascia sottomettere da un suo simile.
Non che la ricerca della risposta mi tolga il sonno, dopo tutto per me questa condizione è utile ed essenziale. Sono un mafioso. Si, uno di quelli che sottomettono gli altri. Approfitto della naturale propensione che ha l'uomo a essere schiavo di un suo simile e ne traggo un utile. La gente lavora, produce, guadagna, e io alla fine incasso. Mi prendo una parte del guadagno, in cambio di un po' di aria fritta. La tranquillità, garantisco!  A chi mi paga garantisco che non avrà problemi, nella stessa misura in cui a chi non mi vuole pagare garantisco che ne avrà, di problemi. Ma non mi prendo tutto, anzi, ho interesse che il mio "contribuente" possa continuare a contribuire, mi sembra chiaro. Se mi paga, magari lo aiuto, gli mando clienti, gli trovo un socio con capitali freschi, oppure gli rilevo l'attività se intende ritirarsi. La mia coscienza? È a posto, perché dovrei essere preoccupato? C'è chi fa di peggio. Non parlo dei miei colleghi mafiosi, alcuni sono animali, decerebrati ottusi che portano la gente alla rovina e poi passano ad altre vittime, come se la catena fosse inesauribile. Io no, con me si ragiona, conviene a tutti. Secondo voi, perché il mio commercio di aria fritta va a gonfie vele? Perché non c'è chi propone qualcosa di alternativo; o se preferite, chi dovrebbe farlo non lo fa, fa il contrario. Lo stato, il mio alter ego. Se c'è un'attività produttiva che si potrebbe sviluppare, che dà lavoro, il mio alter ego che fa? La ammazza a tasse. E in cambio gli promette aria fritta: i servizi. E non glieli da neanche. Qualcuno mi dovrebbe spiegare che differenza c'è tra il pizzo che prelevo io e le tasse che risucchia lo stato. Io mi prendo una cifra sui guadagni, una percentuale. Anche lo stato si prende la percentuale e poi ci mette sopra le tasse indirette, le tasse di concessione, le accise, le marche da bollo, le penali, la mora, le sanzioni. Io presto soldi a chi ne ha bisogno, senza lungaggini, sull’unghia. Anche lo stato presta soldi. Si, dopo avervi messi in condizioni di averne bisogno, se riuscite ad accedere alle procedure ve li presta, tanto se poi non glieli restituite se li riprende, insieme a tutto il resto. Come me. Oppure, se avete bisogno di soldi e non volete chiedermeli, ci sono le mie sale giochi. Sono illegali, ma si vincono soldi, non cioccolatini. Anche lo stato vi fa giocare, se volete. Potete anche svenarvi, fare debiti per giocare, perdere tutto, lo stato non vi pone limiti, basta che paghiate. Io no, oltre un certo limite non vi faccio andare, non mi conviene. Con me è più semplice. Pagate? Siete a posto. Non vi serve neanche conservare la ricevuta, anche perché non ve la rilascio. Non pagate? Succede di rado, e di solito dura poco. Poi pagate. Vi conviene. Ma io rischio in prima persona, mica mi nascondo dietro una scrivania.  Allo stato tutto sommato conviene che voi non paghiate...a lui. Se non pagate, prima vi avvisa (come faccio io) poi vi prende la casa, oppure la macchina (io faccio quasi lo stesso: ve le brucio) oppure vi fa fallire dopo avervi pignorato tutto e incassa quattro soldi per un bene di valore triplo o di più. Io, se non ce la fate a pagarmi, seppure a malincuore vi sparo, se non ce la fate a pagare lo stato voi vi sparate da soli. A ben riflettere svolgiamo la stessa attività, l'unica vera differenza è che io rischio la galera e lo stato no. E lui fa meno fatica. Ma dico io, vi sembra giusto? 

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