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lunedì 8 ottobre 2012

Onorevole Laratta, in Italia non c'è il pane, e neanche le brioches!


Il deputato del PD Franco Laratta ha chiarito la sua posizione in merito al caso Sarra: «In merito al "caso Sarra" vorrei precisare che la questione sollevata non riguarda una sfera del tutto personale, bensi l'aspetto pubblico e politico del caso. In sostanza, non si discute dei suoi problemi di salute, cosa che ha permesso ai medici di riconoscergli una inabilità al lavoro al 100%, quanto come sia possibile, davanti ad un'invalidità totale, che egli possa svolgere una funzione impegnativa e complessa quale il sottosegretariato presso la Regione Calabria. Questa è la domanda, questi sono i forti dubbi che ci poniamo un pò tutti». E no! Egregio Deputato, mi sembra che Lei non abbia compreso bene nè qual'è il problema, nè che aria tira in Italia e dalle nostre parti soprattutto. La condizione di invalidità o meno dell'avvocato Sarra, seppur dispiace dal punto di vista umano, non è il nocciolo della questione. Il punto è: com'è possibile che un cittadino italiano, quale che sia il suo lavoro, possa percepire una indennità del genere così facilmente, mentre c'è chi deve addirittura avviare un procedimento legale, per ricevere una misera somma. Com'è possibile che egli possa percepire una somma tanto elevata. Com'è possibile che possa congelarla in attesa di tempi migliori. Com'è possibile che egli si sia potuto rivolgere all'amministrazione regionale, e non per esempio al fondo pensione degli avvocati, visto che è un avvocato iscritto all'albo e quindi deve corrispondere i relativi contributi. E soprattutto, egregio Deputato, com'è possibile che ancora Lei ed i Suoi colleghi non abbiate capito che la misura è colma, che non siamo disponibili a stare a guardarvi mentre vi lanciate frecciatine e accuse all'aria aperta, mentre al coperto vi mettete d'accordo su come superare gli ostacoli che per fortuna vi si stanno mettendo davanti. Mi aspetto, a seguito del caso Sarra, che qualcuno di voi parlamentari sollevi la problematica delle innumerevoli scandalose indennità e vitalizi già corrisposti e che continueranno ancora per decenni a gravare sui bilanci dei vari enti, locali e nazionali. Mi aspetto una legge che preveda che i titolari di più trattamenti pensionistici, oltre una certa cifra siano obbligati ad optare per la migliore, escludendo le altre. Non è più accettabile che ci sia in Italia gente che percepisce quattro pensioni da decine di migliaia di euro mensili, e chi invece deve vivere con 500 euro o anche meno. E non mi si venga a dire che è un diritto che scaturisce dal pagamento dei relativi contributi. La pensione, il vitalizio, l'indennità, servono a permettere a chi non lavora più per vari motivi di continuare a fare una vita dignitosa e civile, non a fare lussi e mantenersi vizi. Non almeno fino a quando ci sarà anche una sola persona, un solo essere umano che per sopravvivere deve dipendere dagli altri.


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