Raramente mi soffermo tanto su uno specifico argomento, ma il caso del vitalizio concesso all'avvocato Alberto Sarra è talmente grave che merita un'ulteriore riflessione, in considerazione anche degli "autorevoli interventi" a sua difesa che si stanno succedendo a raffica. Premesso che come ho già detto e ripeto non si discute, almeno per me, la reale condizione di salute dell'avvocato Sarra, noto che si tende a ridurre il tutto ad un semplice episodio, e per tale lo si tratta. Il vero problema, che deve essere immediatamente affrontato, è quello della disparità di trattamento tra cittadini italiani. I tempi estremamente celeri che hanno risolto la pratica. La facoltà per l'avvocato Sarra di chiedere il vitalizio alla Regione Calabria e non alla Cassa di Assistenza Forense. La somma scandalosa corrisposta. La possibilità di congelare il vitalizio e conseguente possibilità che viene data all'assistito di continuare a lavorare; facoltà che viene negata dall'INPS ai comuni mortali. L'INPS, pone come condizione assoluta per la corresponsione della pensione d'inabilità, la cessazione di qualsiasi tipo di attività lavorativa, la cancellazione dagli elenchi di categoria dei lavoratori, la cancellazione dagli albi professionali la rinuncia ai trattamenti a carico
dell'assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione ed a ogni altro
trattamento sostitutivo o integrativo della retribuzione. E se non è disparità di trattamento questa...
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