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giovedì 25 marzo 2010

Reggio Calabria: presentazione del romanzo “Un libro ci salverà”, di Antonio Calabrò

Il 23 marzo 2010, si è tenuta presso l’aula “Italo Falcomatà” dell'Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria la presentazione del romanzo: “Un libro ci salverà” edito dalla Casa Editrice Leonida, dello scrittore reggino Antonio Calabrò. L’autore, ferroviere di professione, ha presentato il suo terzo libro in un’atmosfera veramente calda ed accogliente, in una sala piena in ogni ordine di posti alla presenza di un pubblico qualificato e competente che ha accolto con visibile piacere l’opera proposta. Il professor Vincenzo Crupi, docente di letteratura all’Università “Dante Alighieri” ha salutato e ringraziato il pubblico presente, seguito da un intervento del Direttore editoriale della Casa Editrice Leonida dottor Domenico Polito, che ha illustrato le attività dell’azienda, assicurando particolare attenzione ai rami della narrativa e della poesia. Ma la vera presentazione è iniziata con l’intervento della dottoressa Francesca Rappoccio direttrice della Collana di Narrativa: “…un inno alla lettura..” così (ed a nostro parere, con ragione) la dottoressa Rappoccio definisce il libro di Antonio Calabrò: “…è un libro destinato a scatenare discussioni e clamori, a spiazzare il pubblico. Si tratta del racconto, in prima persona, di un percorso esistenziale sempre segnato dalla necessità concreta, reale e fisica del contatto con i libri. Fin da subito Calabrò si palesa come voce narrante spoglia da remore nel rivelare ai lettori dubbi ed interrogativi sul mestiere dello scrittore……Calabrò immagina di aggirarsi nei meandri oscuri dell’iter letterario accompagnato da Melville, sua guida alla maniera di Virgilio: sempre pronto a aiutarlo e in alcuni casi a spronarlo lungo la via da seguire per realizzare il suo soggetto. Melville però non sarà l’unico a essere presente. Le voci di tanti autori fungono infatti da prefazioni a ogni capitolo: Calasso, Tolstoj, Stendhal, McCarthy, Bulgakov; Borges (ciascuno di essi ha contribuito a rendere Calabrò un intellettuale in perenne stato di osservazione)...”. Al termine della presentazione si sono succeduti numerosi interventi da parte del pubblico presente, tutti finalizzati ad interrogare l’autore su particolari aspetti del libro; nessun intervento banale a riprova della solidità dell’opera, che veramente apre orizzonti immensi a chiunque ne volesse discutere. Nel libro si trovano anche riferimenti a fatti storici realmente accaduti, come la peste a Reggio Calabria del 1740, le vicende di Galla Placidia, di Eleonora D’Aquitania ed altri ancora, ed è scritto con una forma particolare, una vera novità: frasi breve e secche, metafore, cambi improvvisi di registro che coincidono con i cambi di narrazione; a tal proposito l’autore (capotreno delle ferrovie) dice di aver avuto l’idea osservando gli “scambi” ferroviari, ed anche da questa affermazione appare palese l’originalità della persona al di là dei suoi scritti. Auguriamo all’autore di vedere, tramite il consenso dei lettori, riconosciute le caratteristiche e soprattutto le finalità didattiche che l’opera si propone; ed un po’ ce lo auguriamo anche noi, come calabresi figli di una terra bistrattata che nonostante tutto (per fortuna) continua a sfornare eccellenze in tutti i campi della cultura e del lavoro.

Pasqualino Placanica

(pubblicato su costaviolaonline.it)

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