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sabato 18 settembre 2010

Governatore della Calabria Scopelliti: "aggredito" o duramente contestato?


Certo, l'argomento sanità è già di per se delicato, specialmente in Calabria, e quando poi all'interno dell'argomento si va a toccare il tasto risanamento, ecco che le reazioni non possono mancare. Troppi interessi sono stati foraggiati negli anni (soprattutto dai due precedenti governi regionali, uno di centrodestra ed uno di centrosinistra) con sprechi e clientelismi, per poter pensare che un qualsiasi tentativo di far rientrare nella normalità il settore sia gradito a tutti (è l'esatto contrario, è sgradito a molti). Ma questo non deve far confondere eventuali azioni criminali di tipo intimidatorio con le proteste legittime dei cittadini, per quanto dure esse siano. Il concetto "devo risanare e quindi chi è contro di me è contro il risanamento" non è un concetto assoluto, è il caso che il governatore se lo metta  bene in testa. Le proteste di Cosenza potrebbero essere state organizzate in malafede oppure no, ma se Scopelliti pensa di potere andare in giro a chiudere strutture sanitarie in zone dove per percorrere 20 chilometri ci si può mettere anche 40/50 minuti senza che la gente si preoccupi e protesti,  allora vuol dire che non ha capito niente e non conosce la realtà della regione che governa. In Calabria quasi dappertutto le distanze si misurano in ore, non in chilometri; la stessa distanza che in Lombardia si percorrerebbe in dieci minuti, da noi in certe zone si percorre in un'ora, e di questo il governatore dovrà tenere conto. Associato (anzi, precedentemente) al piano di soppressione delle strutture sanitarie "superflue" dovrebbe essere messo in atto un efficace piano di sviluppo dei collegamenti viari nella regione che permetta lo spostamento veloce delle persone e dei mezzi anche e soprattutto in casi di emergenza. Di trasporti in Calabria non si parla da anni, o meglio, se ne parla di solito in occasione di competizioni elettorali ma di fatti non se ne vedono. Ci sono paesi collegati con il resto della regione da una sola strada, e accade spesso che d'inverno la strada si interrompa per frana o altri motivi. Una delle due strade più importanti della regione, la S.S. 106 che percorre tutta la Calabria sulla costa jonica, è soprannominata "la strada della morte" per la pericolosità e l'alto numero di vittime per incidenti stradali. L'autostrada A3 è famosa per i tempi di percorrenza ed i cantieri perenni. Le strade che collegano queste due "arterie" con l'interno a volte sono poco più che  strade interpoderali e comunque continuamente a rischio frane e interruzioni.  Senza parlare dei  collegamenti ferroviari pessimi. In un contesto del genere dichiarare di voler chiudere presidi che garantiscono una certa tranquillità alla popolazione in termini di presenza e di raggiungibilità non può non destare proteste, al di là della possibile malafede di chi potrebbe cavalcare la tigre del malcontento. Nessuno dei politici attualmente presi dalla frenesia di risanare ha detto una parola su  questa piaga secolare. Detto questo, mi voglio soffermare sull'episodio di Cosenza per evidenziare che i soliti giornali hanno ben pensato di titolare a casaccio con la versione più "succulenta" dei fatti, senza verificarli. Titoloni oggi sui giornali e sul web (1, 2, 3, 4) sulla presunta "aggressione" subita ieri  dal governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti in occasione della visita all’ospedale dell’Annunziata, a Cosenza. Le dettagliate descrizioni dei fatti e i comunicati di solidarietà per il governatore e condanna per i manifestanti non si contano. Peccato che le descrizioni dei fatti con violenze e lanci di pietre non trovino riscontro nè nei filmati nè, cosa più importante, nell'interrogazione parlamentare che alcuni senatori del PDL hanno rivolto al ministro dell'interno Roberto Maroni: nel testo dell'interrogazione si parla di "gazzarra vergognosa", ma non un accenno a violenze o lanci di pietre, come d'altronde non potrebbe essere visto che non ce ne sono stati. La richiesta dei senatori calabresi di indagare su chi abbia sobillato i dimostranti e su chi abbia pagato i pullman mi da da pensare. I dimostranti sono facilmente identificabili dai filmati, lo erano anche sul posto, nessuno era  a volto coperto, non sono stati commessi reati e l'assenza di fermi o denunce lo dimostra. Qual'è il motivo dell'indagine richiesta dai senatori del PDL? Scoraggiare eventuali altri casi del genere per il futuro? Chi protesta deve essere indagato? Il prossimo passo allora potrebbe essere la schedatura, ed eventualmente si potrebbe riaprire il campo di Ferramonti di Tarsia, che è in zona.
Ecco uno dei video registrati durante la protesta a Cosenza.

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