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mercoledì 16 dicembre 2009

Mi è crollato un mito!


Ho letto sul giornale online “Il calcestruzzo” un articolo di Marcello Veneziani, giornalista e scrittore di notevole spessore, che mi ha lasciato praticamente senza parole per un paio di ore. Si tratta del pezzo intitolato: “Chi grida al tiranno legittima il tirannicidio”. Riporto di seguito alcuni passaggi tra i più (a mio parere) pesanti e direi anche inappropriati all’argomento che l’autore intende trattare. (L'articolo è pubblicato anche su "Il Giornale")
Al di là della campagna d’odio e d’insulti contro Berlusconi che ha l’alibi di essere reciproca, c’è un motivo preciso e unilaterale che basta da solo a legittimare la violenza contro il premier: è l’accusa, rivolta da Di Pietro, un pezzo di sinistra, varia stampa, tv e intellettuali, di essere un tiranno. D’ora in poi dev’essere chiara una cosa: chiunque definisce tirannide o regime fascista il governo di Berlusconi si assume la responsabilità politica e civile di mandante morale delle aggressioni subìte da Berlusconi e di ogni altro eventuale attentato. Perché si sa che per abbattere il tiranno è ammesso anche il tirannicidio, lo dice anche la giurisprudenza liberale e democratica. In difesa della libertà e dei diritti umani si può anche uccidere il dittatore. Saddam docet. E se si giudica tiranno Berlusconi, se lo si definisce pubblicamente in questo modo, si legittima l’attentato contro di lui e si ritiene lecita ogni violenza pur di eliminare il despota. Se Berlusconi eguale Mussolini, poi, è possibile anche fare di Piazza Duomo un nuovo Piazzale Loreto perché è ammesso perfino il massacro e lo scempio del dittatore, secondo i medesimi civilissimi, democraticissimi e umanissimi signori.” Resto basito. Leggo praticamente un certificato di autorizzazione morale ed anche per certi aspetti giuridica a commettere un reato, camuffato da critica verso il reato stesso. -Attenzione- dice Veneziani-che Di Pietro e altri con le loro parole stanno legittimando i potenziali attentatori alla vita del premier ad agire, qualora essi interpretassero in un certo modo le accuse di tirannia che ogni giorno vengono lanciate contro Berlusconi. Qual è il “certo modo”? Se non lo hanno capito glielo dico io! Cos’è che li legittima? Qualora non lo sapessero glielo dico io!- E così chiunque legga l’articolo e in qualche modo sia gia portato a credere alle “farneticanti” accuse di Di Pietro, ma non abbia le basi culturali ed ideologiche per potere sviluppare con i fatti la malsana voglia di farsi giustizia del "tiranno", troverà un qualificato testo scritto da un autorevole giornalista, di destra oltretutto, che lo indirizzerà senza alcuna indecisione verso l’azione. Veneziani non può certo pensare che l’articolato ragionamento esplicitato sia inteso nel senso da lui voluto da un soggetto potenzialmente portato a commettere un tirannicidio. E’ naturale e logico pensare ad una persona psichicamente instabile, di bassa cultura e certamente facilmente manovrabile o influenzabile, altrimenti non potrebbe cadere nella trappola delle accuse di Di Pietro per come le ha descritte Veneziani. Un tale soggetto non potrà certo capire la finezza del ragionamento, lo prenderà alla lettera e così si sentirà titolato ad agire, magari spinto da qualcun altro che lo indottrinerà a dovere cavalcandone l’ignoranza. Si penserà, come mi sono sforzato di pensare io, che la premessa che ho riportato (l’articolo è ben più lungo e vi invito a leggerlo perché riporta considerazioni veramente qualificate e di sostanza sul concetto di tirannia e democrazia in Italia che vale la pena leggere) sia intesa da parte dell’autore come una “provocazione” per svegliare le coscienze; mi sono sforzato ma non ci sono riuscito perché mi è venuto in mente che proprio perché in Italia la democrazia c’è non è ammissibile che un concetto sia reato se detto da uno e provocazione se detto da un altro. Concludo con un’altra considerazione: non sono d’accordo sul concetto che a chi vuole commettere un reato di tale gravità coscientemente occorra anche una spinta verbale alla Di Pietro; se così fosse sarebbero a rischio della vita anche tutti quelli che si oppongono politicamente alla attuale maggioranza, visto che vengono giornalmente catalogati dal Premier come comunisti ed è risaputo cosa ne pensano dei comunisti in certi ambienti nazi-fascisti. Direi che ormai siamo alla frutta, e l’abbiamo trovata matura, quasi marcia.

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